Lavorare come traduttore e interprete

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Per lavorare come traduttore e interprete bisogna conoscere la differenza tra i due ruoli e poi bisogna almeno conoscere ( molto bene e fluentemente) una lingua straniera.

Il traduttore lavora prevalentemente con i testi scritti, mentre l’interprete con la lingua parlata. I due ruoli possono coincidere, in tal caso bisogna conoscere con precisione sia i testi scritti che la pronuncia della lingua parlata.

Per diventare degli ottimi traduttori si inizia con una laurea in Lingue e poi con un periodo di approfondimento nel Paese o nei Paesi in cui si parla la lingua che si vuole tradurre. Spesso questo percorso, da solo, non basta ad arricchire il proprio curriculum, per cui è utile frequentare delle scuole di specializzazione anche all’estero che rilasciano dei certificati in cui si evince il livello di conoscenza della lingua straniera da tradurre.

In Italia, inoltre, fioccano anche le scuole di traduzione e interpretariato che insegnano tecniche e trucchi per tradurre velocemente e correttamente dei testi in lingua straniera. La traduzione si può effettuare dalla lingua straniera alla lingua madre e viceversa, anche se occorre sottolineare che la traduzione professionale si realizza sempre dalla lingua straniera verso la lingua madre, perché è proprio il madrelingua che può riscrivere esattamente, nella lingua d’origine, un testo in lingua straniera.

Ma come sempre, nel mondo del lavoro, le regole non sono mai fisse. Il traduttore  lavora frequentemente come freelance offrendo servizi di traduzione ad aziende e privati, mentre l’interprete può lavorare anche come dipendente di istituzioni pubbliche e aziende private che hanno necessità di avere un interprete che curi le relazioni con i clienti esteri.

Per le traduzioni restano ancora molto gettonati,  Inglese e Spagnolo, mentre per gli interpreti sono richieste le seguenti lingue: Russo,  Cinese, Giapponese, Olandese, Rumeno, Ucraino e Coreano.

 

Fonte immagine: caserta.olx.it

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