Riforma giornalismo, cosa cambia: più formazione e laurea triennale richiesta

È in atto una vera e propria riforma del giornalismo: ecco cosa cambierà tra corsi di formazioni e possesso di laurea

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Giornalismo
Fonte: Wired

L’Ordine dei Giornalisti ha approvato la riforma che prevede un cambiamento per l’accesso alla professione. Per iscriversi all’Albo, infatti, potrebbe occorrere una laurea triennale e non più solo il diploma. La proposta di riforma per i giornalisti è attualmente al vaglio del Governo poiché il giornalismo nel corso di questi anni ha subito molti cambiamenti. Di seguito, dunque, vi daremo maggiori informazioni sulle principali novità.

RINNOVO DELLA PROFESSIONE

La Legge 69 del 1963 ha ormai compiuto 60 anni e il mondo del giornalismo è cambiato in modo significativo. Per questo motivo, l’OdG ha deciso di riformare l’accesso alla professione in virtù dei cambiamenti non prevedibili legati ad una società che si è evoluta in modo complesso.

DIVISIONE TRA PUBBLICISTI E PROFESSIONISTI

In passato si pensò di unire i due Albi tra professionisti e pubblicisti ma pare che la divisione tra le due categorie resterà. La differenza sostanziale sta nel modo di approcciarsi alla professione: sono professionisti, infatti, coloro che esercitano solo la professione di giornalista in modo esclusivo e continuativo. Invece, sono pubblicisti coloro che svolgono anche altre professioni.

A tal proposito, la riforma propone che l’attività dei professionisti iscritti all’Albo può non essere più esercitata “in forma esclusiva”, ma “prevalente”.

NUOVO CORSO DI LAUREA IN GIORNALISMO

L’Ordine dei Giornalisti ha richiesto al Parlamento anche l’istituzione di una laurea magistrale in giornalismo. Quest’ultima dovrà essere organizzata in stretto accordo tra le Università e i Ministeri competenti.

LAUREA TRIENNALE OBBLIGATORIA

La novità sostanziale è che tra le proposte per diventare giornalisti vi è quella di essere in possesso di una laurea triennale, non più solo il diploma. Per i professionisti è previsto l’esame di idoneità professionale a seguito di:

  • acquisizione di una laurea magistrale in giornalismo o di una laurea almeno di 1° livello (triennale);
  • un corso specialistico da attuarsi attraverso forme di controllo e vigilanza da parte dell’Ordine o da un master di giornalismo riconosciuto dall’Ordine.

Nel caso dell’acquisizione di una laurea in altri indirizzi, l’Ordine specifica che il successivo ciclo biennale di specializzazione dovrà essere un tirocinio teorico-pratico della durata minima di 18 mesi nell’arco di 24 attraverso strutture redazionali a disposizione delle Università o con strutture esterne convenzionate.

CAMBIA L’ESAME PER I PROFESSIONISTI

L’idoneità professionale dovrà verificare la cultura generale del candidato e quella specifica relativa al giornalismo. Gli ambiti da approfondire saranno quelli già individuati, in particolare:

  • cronaca e linguaggio giornalistico;
  • informazione multimediale;
  • comunicazione digitale;
  • utilizzo delle lingue straniere;
  • analisi e impiego dei social.

COMPENSI STABILITI NEL GIORNALISMO

I compensi dovranno essere stabiliti da un valore lordo contenuto in un minimo tabellare. Il ricorso ai “minimi tabellari” si applica solo ai professionisti. Per i pubblicisti, probabilmente, si ipotizza la legge dell’equo compenso.

PIÙ FORMAZIONE PER I GIORNALISTI PUBBLICISTI

Per i pubblicisti si chiederà:

  • almeno una laurea di 1° livello, come condizione prioritaria;
  • documentazione dell’attività pubblicistica;
  • documentazione contabile e certificata;
  • partecipazione ai corsi di formazione.

Al termine del percorso, della durata di due anni, il Consiglio regionale predispone un colloquio finale di ingresso per accertare la preparazione dell’aspirante pubblicista. Se l’esito risulterà negativo, il colloquio non potrà essere ripetuto prima di tre mesi.

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