Fare impresa in Turchia ed Emirati Arabi

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Fare impresa in Italia, attualmente, si sta rivelando non solo difficile, ma impossibile. La concorrenza è alta, il mercato si muove poco ed il sistema fiscale pressa in maniera insopportabile.

Queste, almeno, le difficoltà lamentate da coloro che hanno avuto esperienza con l’avvio di imprese nel territorio nazionale. Eppure al di là dell’Italia, esistono degli Stati dove fare impresa ed effettuare investimenti in tal senso, può rivelarsi una scelta vincente. Si tratta di Turchia ed Emirati Arabi Uniti.

I numeri sullo sviluppo economico di questi Paesi sono molto incoraggianti: 73 milioni di abitanti di cui il 65% ha meno di 34 anni, con un’ età media di circa 28 anni; 400mila laureati l’anno che denotano un elevato livello culturale. Si tratta solo alcuni dati macroeconomici della Turchia che, se sommati al Pil del 2010 cresciuto dell’8.1% (eurozona +1.7%, Ocse +2.7%), dimostrano come il Paese sia in forte crescita economica.

Così come è evidente lo sviluppo degli Emirati Arabi Uniti, grazie alla spinta del turismo, del commercio e del prodotto di punta – il petrolio – in un contesto socio-economico favorito dalla stabilità politica interna.

Ma per chi non se la sente di fare impresa all’estero e vuole continuare ad operare dall’Italia, questi Stati rappresentano anche una buona occasione per avviare progetti di commercio internazionale. I numeri appena visti significano, infatti, poter contare su una  vasta platea di consumatori.

Vantaggi e rischi dell’internazionalizzazione delle imprese saranno pure oggetto del convegno Processi d’internazionalizzazione. Turchia e Emirati Arabi Uniti: il futuro a confronto”, in programma  lunedì 30 maggio dalle ore 9.00 all’hotel Excelsior di Catania. A promuoverlo l’Unione Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Catania, lo Studio Legale milanese Pavia e Ansaldo, e il Gruppo dei Gio­vani Industriali di Catania, con la partecipazione di Simest Spa e di Consorzio Etna Export.

 

Fonte immagini: solotravel.it

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