La Ferrari deve adeguarsi ai tempi e per fare questo ha deciso un piano di riorganizzazione prevedeva processi di riduzione del personale, di almeno 120 operatori indiretti, 150 operai diretti e 80 interinali.
Questo ha fatto arrabbiare i lavoratori, che ieri hanno fatto quattro ore di sciopero, manifestando allo stabilimento Scaglietti di Modena e nella sede di Maranello. La trattativa di lunedì in Confindustria si è conclusa con un niente di fatto e l’azienda in una nota ha fatto sapere che “Malgrado la contrazione economica mondiale (il mercato di riferimento è sceso del 40%) la Ferrari ha continuato a fare ingenti investimenti sul prodotto, sugli impianti e sulle persone. Il contesto economico mondiale è profondamente mutato e la Ferrari deve rispondere alle richieste dei mercati che hanno rallentamenti e accelerazioni sempre meno prevedibili, una situazione che riguarda tutto il settore non solo Ferrari ma tutti i marchi principali inclusi quelli per i quali a Maranello si compiono alcune lavorazioni”.
A quanto pare i clienti sono diventati sempre più esigenti e la Ferrari non può più permettersi di consegnare un auto dopo 10 mesi, soprattutto quando le aziende concorrenti riescono a stringere i tempi. Quindi l’ azienda deve rispondere con una grande flessibilità produttiva, riuscendo a sfruttare in modo più efficiente i propri impianti, concentrando le proprie risorse sulle alcune attività principali e esternalizzando quelle non primarie, mantenendo l’ occupazione locale e per garantire presso la Ferrari l’o ccupazione di quasi 100 lavoratori con contratti flessibili.
Oltre a questo, è stata proposta un’ iniziativa che preveda un piano di prepensionamento su base volontaria per offrire ai giovani nuove opportunità di lavoro, mentre per quanto riguarda il premio aziendale, questo sarebbe pari a zero, visto che non sono stati raggiunti nè gli obiettivi industriali e nè quelli sportivi.