Diventare giornalisti pubblicisti: ad agosto, la Riforma dell’Albo

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Una norma contenuta del decreto “Salva Italia”, varato lo scorso dicembre dal governo Monti, rivoluziona il mondo delle professioni, compresa quella dei giornalisti. A partire dal 13 agosto 2012, infatti, chi vorrà diventare giornalista dovrà possedere la laurea, aver svolto un tirocinio giornalistico di 18 mesi e sostenere un esame di Stato, questa regola vale sia per i professionisti che per i pubblicisti, cioè anche per coloro che non svolgono attività giornalistica in via esclusiva e che esercitano altre professioni.

I pubblicisti iscritti con le vecchie norme ( aver svolto una collaborazione biennale retribuita con una testata giornalistica) , secondo le linee guida approvate dal Consiglio nazionale dell’Ordine, continueranno a restare tali, mentre coloro che dovranno ancora iscriversi, saranno obbligati a seguire le nuove norme.

In realtà il giornalismo italiano è fatto per lo più da pubblicisti che svolgono attività giornalistica in via esclusiva, ma che non hanno potuto accedere al’Albo dei professionisti perché non sono mai stati assunti con il contratto di praticantato giornalistico di 18 mesi.

Questi stessi pubblicisti lavorano talvolta con compensi ad articolo bassissimi che non consentono di raggiungere il limite di reddito per essere iscritti d’ufficio all’elenco dei praticanti. L’editoria italiana stessa si regge sul lavoro sfruttato e malpagato dei pubblicisti che ormai hanno raggiunto le 80 mila unità.

Le possibilità occupazionali esistono solo per un numero bassissimo di giornalisti ( spesso pochi eletti o figli di papà), mentre per gli altri continua a prospettarsi un futuro sempre più incerto.

Molti di loro hanno trovato una valvola di sfogo con le collaborazioni web, ma anche questo campo rischia di essere spazzato via dalle norme inique o erroneamente interpretate. Molti Ordini Regionali hanno, infatti, iniziato la revisione dell’Albo per cancellare tutti quei pubblicisti che non svolgono attività giornalistica da più di due anni.

Chi avrà meno di 15 anni di iscrizione e non potrà dimostrare lo svolgimento di collaborazioni giornalistiche retribuite, potrebbe subire la cancellazione dall’elenco dei pubblicisti.

Per collaborazioni giornalistiche si intendono quelle con testate registrate al Tribunale. Sono migliaia coloro che scrivono ogni giorno per siti e blog non registrati al Tribunale. Come qualificare questi operatori? Naturalmente servono risposte chiare ed urgenti, perché non sarebbe corretto “salvare” l’Italia “gettando” via i pubblicisti e tutti coloro che scrivono e lavorano nel mondo dell’editoria online.

Fonte immagine: iljournal.it

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