Il Fisco ormai può controllare davvero ogni cosa, dai conti in banca, alle nostre spese quotidiane, ai social network ai nostri pensieri, quasi, ma adesso ecco spuntare lo scoglio privacy.
L’allarme è stato lanciato dal Garante della protezione dei dati personali, Francesco Pizzetti, che nella sua relazione della presentazione del volume “Sette anni di protezione dati in Italia” ha denunciato il fatto che in uno stato democratico il cittadino ha il diritto di “essere rispettato fino a che non viola le leggi e non di esserlo a priori”.
Il Garante continua dicendo che “La richiesta sempre piu’ massiccia da parte delle strutture pubbliche, che combattono la lotta all’evasione o le illiceita’ nei settori della previdenza e dell’assistenza sociale, di poter accedere ai dati personali dei cittadini…. sono strappi forti allo Stato di diritto e al concetto di cittadino che ne e’ alla radice”.
Il Garante non si ferma qui e denuncia anche la volontà di pubblicare liste con dati e stipendi di dipendenti pubblici o l’idea di dare dei bollini ai negozi virtuosi rischiando davvero di arrivare ad alcuni “fenomeni di controllo sociale di dimensioni spaventose” concludendo” Le vie dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni”. Voi cosa ne pensate?
VIA|AGI
