Colloquio di lavoro: come difendersi dai “Le faremo sapere”

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“Le faremo saperLe-faremo-saperee” sono le tre parole che soventemente vengono rivolte a chi affronta dei colloqui di lavoro. Vengono pronunciate, spesso, alla fine del colloquio, per congedare, garbatamente, il candidato. Dietro queste parole, apparentemente gentili e lapidarie, si può nascondere davvero l’intenzione di un contatto futuro, ma anche un addio o un “ non ci faremo più sentire” .

Per i candidati, di solito, la frase in oggetto suona quasi sempre stonata o come una vera e propria scortesia, specie se il candidato è un plurilaureato che conosce molte lingue ed ha alle spalle Master o esperienze lavorative lunghe e molto valide.

Una frase del genere è vissuta quasi sempre come una doccia fredda dal candidato che la percepisce come un educato “No!”.

Senza farla diventare per forza l’anticamera di un rifiuto, sarebbe meglio che al posto della frase du cui stiamo parlando,  i selezionatori si abituassero ad usare una maggiore sincerità nei confronti dei candidati che affrontano il colloquio,  evidenziando, se è il caso, anche i lati negativi del colloquio stesso per aiutare l’aspirante selezionato a non ripeterli in selezioni successive.

Per evitare di sentirsi ripetere il fastidioso “le faremo sapere” si consiglia di candidarsi ad offerte di lavoro che rispecchiano esattamente i requisiti del proprio CV; se le trite e ritrite paroline dovessero essere ugualmente pronunciate, non temete di chiedere, sinceramente, al vostro interlocutore come è effettivamente andato il colloquio, senza insistere, naturalmente.

Il vostro interessamento potrebbe essere visto positivamente dal selezionatore che potrebbe considerarlo anche un segno di caparbietà e determinazione e pensare davvero a farsi risentire ed a ricontattarvi, magari, per una possibile  assunzione.

Fonte immagine: cyberluke2008.blogspot.com

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