Offerte di lavoro gratuito: come difendersi

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Gli utenti che cercano annunci di lavoro sul web denunciano un fenomeno allarmante: troppi annunci di lavoro gratuito, ovvero offerte di lavoro non retribuito. I settori più colpiti dal fenomeno sono quelli delle professioni intellettuali, come editoria, giornalismo, comunicazione ma anche posizioni commerciali e del marketing.

A volte non si tratta nemmeno di stage, ma di offerte che specificano chiaramente la mancanza di retribuzione. Quando si incappa in questi annunci, ci si trova di fronte non ad offerte di lavoro, ma  di volontariato, o peggio, di sfruttamento e schiavismo.

Lavorare gratis all’interno di un’azienda consiste in una vera e propria attività di sfruttamento, e di lavoro nero, che va prontamente denunciata. Il confine tra lo sfruttamento e il lavoro nero diventa più labile quando si parla di libere professioni in cui il lavoro si può svolgere da casa attraverso prestazioni singole.

Ma anche in questo caso il Codice Civile chiarisce dettagliatamente che la prestazione d’opera intellettuale deve essere remunerata con un compenso adeguato al decoro e alla dignità della professione. Per tutelarsi da azioni legali, le aziende ricorrono sempre più spesso alla formula dello stage, ovvero un’esperienza lavorativa non retribuita o al massimo pagata con un rimborso spese che serve solo per ottenere lavoratori a costo zero.

Se la Riforma del Lavoro verrà approvata, ci si potrà difendere legalmente anche dai falsi contratti di stage, per dire bssta, una volta per tutte, alla squallida presa in giro del lavoro gratuito.

Fonte immagine: Donnamoderna.com

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