Google Adwords: in calo gli inserzionisti. Quali conseguenze?

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Ieri sera, per caso, navigando sul web per cercare informazioni utili ( abbiamo riverificato stamattina), ci siamo accorti del calo delle sponsorizzazioni Adwords tra le pagine di Google. Il calo evidente risulta però tra le pagine in lingua inglese e non per quelle in lingua italiana, dove si registra una presenza pressoché stazionaria degli inserzionisti, ma anche in crescita, dei settori più gettonati del web, ovvero assicurazioni, prestiti e finanziamenti.

A parità di ricerca per corrispondenti parole chiave ( con relativa traduzione), le pagine di Google in lingua inglese appaiono candide, con qualche rara colonna rosa o gialla ( il riquadro dell’annuncio sponsorizzato), mentre quelle in italiano mostrano colonne sponsorizzate in alto, in basso e a destra.

Cosa significa tutto questo? E’ un cattivo segno o potrebbe essere l’alba di una nuova era per la pubblicità web? Intanto alla base del fenomeno ci sarebbe lo spostamento degli inserzionisti verso i social media, che ospitano un numero sempre crescente di banner e link sponsorizzati, in America più che in Italia. E poi, il persistere di tanta pubblicità Adwords, su temi come prestiti e finanziamenti, indica lo stato di grave crisi dell’Italia, dove la mancanza di liquidità dei cittadini diventa molto appetibile per i promotori di prestiti e finanziamenti vari.

La diminuzione di queste sponsorizzazioni nel mercato americano potrebbe invece voler dire che la situazione finanziaria Usa e del mondo anglosassone è migliore della nostra e che non è necessario pubblicizzare prodotti che servono solo a pochi.

Naturalmente la nostra è solo un’ipotesi. L’altra potrebbe essere che il mercato anglosassone è talmente maturo da aver definitivamente abbandonato l’Advertising dei motori di ricerca offrendo più opportunità di sponsorizzazioni in proprio ai vari siti web.

Questo mutamento palese delle sponsorizzazioni Adwords condiziona anche le scelte dei web publisher che pensano di ricavare degli introiti pubblicitari con il programma Adsense. L’idea è fattibile con siti in italiano relativi alle parole chiave che abbiamo appena citato, ma bisogna considerare che la concorrenza è elevatissima ed è quasi impossibile posizionarsi ai primi posti per parole chiave rilevanti.

La carenza di inserzionisti per altri settori spiega anche la veloce chiusura di tanti piccoli siti web che, dopo circa un anno dall’avvio, hanno preferito lasciar perdere. L’altra idea sarebbe aprire siti in inglese e vendere pubblicità in proprio, ma anche in tal caso bisogna considerare l’elevata presenza di siti concorrenti ed il tempo, ma anche gli anni, necessari a far decollare un portale. Insomma non è facile fare previsioni.

Per il momento, le conseguenze del calo degli inserzionisti Adwords si vedono in Italia: molti piccoli siti chiudono e tanti fornitori di contenuti  restano a spasso a causa dell’improvviso fallimento di portali che campano solo con Adsense, mentre i web writer inglesi ed americani continuano a lavorare serenamente perché forse i publisher esteri guadagnano bene anche senza l’uso di Adsense.

Dire se tutto questo sia positivo o negativo, non è facile, ma occorre riflettere, in modo da pensare ad un mercato web equo e remunerativo per tutti.

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