Giovani senza pensione

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L’ultimo rapporto Censis Unipol “Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali” lancia l’allarme sul futuro previdenziale dei giovani: molti di loro avranno una pensione inferiore al loro ultimo stipendio e comunque molti prenderanno meno di 1000 euro. La fascia di età interessata dal problema è quella tra i 25 e i 34 anni.

Ma non crediamo che per quelli più grandi o ancora più giovani le cose vadano meglio. I dipendenti si vedranno decurtata una pensione che ammonterà a non più del 60% dello stipendio, mentre per gli autonomi le cose si faranno ancora più difficili, con una pensione che corrisponderà ad appena il 40% del reddito.

Il dato non stupisce, perché già allo stato attuale le pensioni dei cosiddetti comuni mortali non brillano certo per l’ammontare del loro importo. Se a questo aggiungiamo il mancato ricambio generazionale e  il progressivo invecchiamento della popolazione, si capisce come il futuro pensionistico sia difficilmente attuabile per i giovani.

Molti di loro non hanno nemmeno la minima idea di quanto possa essere la loro pensione. Non possiamo dargli torto: presi dall’affannosa ricerca di una sistemazione lavorativa non hanno certo tempo per pensare alla pensione, visto che non hanno nemmeno un lavoro.

Ma prima o poi al reddito per vivere in vecchiaia bisognerà pur pensare. Il dato del rapporto evidenzia anche lo scarso successo della contribuzione integrativa che potrebbe  integrare il reddito della pensione futura. Secondo il rapporto solo  4 milioni di giovani con contratti di lavoro standard avranno una pensione inferiore a 1000 euro e potranno considerarsi dei privilegiati, mentre per gli altri due milioni con contratti di lavoro atipici e per il milione che non lavora, il futuro si prospetta all’insegna della povertà.

Fonte immagine: Udine20.it

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