La ricerca del Cofimp è di quelle che fa riflettere. Negli ultimi 10 anni le donne a lavoro si sono dimostrate sempre più simili agli uomini. Questo iter non è da ritenersi per niente positivo visto che le signore lavoratrici pare abbiano perso quel valore aggiunto che le contraddistingueva in passato, la capacità di comprendere gli altri.
Le impiegate in Italia si sono dimostrate sempre più fredde e calcolatrici allineandosi con una certa precisione a quello che è il comportamento maschile. Si tratta di un appiattimento verso il basso il cui risultato è indiscutibilmente un peggioramento delle relazioni lavorative, un senso maggiore di isolamento da parte dei lavoratori che si percepiscono appesantiti e affaticati da questa situazione di tensione.
La ricerca è stata condotta tra il 2001 e il 2009 su un totale di 1200 persone con un’età media di 39 anni. Nello specifico a rispondere al test che ha dato informazioni utili relative all’ossatura della nostra intelligenza emozionale sono stati 660 uomini e 540 donne. L’indagine ha analizzato l’empatia, la maturità emozionale, la sensibilità, cordialità e esteriorizzazione dei sentimenti dei lavoratori dipendenti italiani e il risultato femminile ha dimostrato nell’ultimo decennio un calo sensibile sia della cordialità che della sensibilità e del livello di empatia.
La sensibilità è scesa da un punteggio iniziale di 7 fino a 1,3; identico discorso per la cordialità che raggiunge soglie davvero basse e partendo da un 8,1 ha raggiunto un -0,7. A salire è stata la sensibilità maschile che da un -0,1 è passata a un 5,7, ma anche la cordialità masculina è crollata. Oggi è a livello -3.3 mentre nel 2001 si aggirava intorno allo 0,7.
A sorprendere sono i precari che si dimostrano indiscutibilmente più gentili ed empatici. A spiegare questo fenomeno è probabilmente il desiderio di inserimento e la spinta motivazionale che muove i precari a dispetto dei lavoratori dipendenti.