Quella di aumentare le visite di un sito web sembra essere diventata il chiodo fisso di molti publisher. Ma non potrebbe essere altrimenti, visto che tante visite significano anche molte probabilità di click pagati e di entrate pubblicitarie.
Le visite, come già detto in un precedente post, possono aumentare producendo contenuti costanti e aggiornati, ma questo tipo di “lavoro” scoraggia tanti webmaster in proprio che non hanno il tempo per inserire tanti contenuti nel proprio sito.
Eppure questo scoglio va assolutamente superato e se agli inizi delle pubblicazioni non si hanno introiti che permettono di pagare degli articolisti si può usare la strategia delle traduzioni, cioè tradurre nella lingua madre, contenuti molto cercati dagli utenti, ma scritti in altre lingue.
In tal modo si avrà un vasto bacino di idee per contenuti “freschi” da far leggere agli utenti. Anche se si sconosce la lingua da tradurre, basta usare Google Translator per avere un’idea dei contenuti da postare sul sito.
Il dubbio dei publisher è se gli articoli tradotti possano penalizzare l’indicizzazione del sito, ma dai pareri espressi da esperti del settore sembra che le traduzioni non penalizzino affatto il posizionamento dei contenuti perché la penalizzazione riguarderebbe gli articoli copiati e duplicati nella stessa lingua.
Esiste lo scoglio del copyright ma dopo la traduzione si può citare sempre la fonte originale dell’articolo. Questa strategia può essere utile per aumentare anche i contenuti ( e di conseguenza le visite) dei siti avviati. Spesso, infatti, nei siti stranieri si trovano notizie e contenuti davvero utili e completi che meritano di essere letti anche nella lingua madre del visitatore.
Fonte immagine: technoburger.net