Canone Rai, ecco come farselo rimborsare

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La tassa denominata “Canone Rai” è una tassa discussa da sempre, chi non la vuole pagare, chi la trova troppo cara, chi si lamenta del servizio, chi la vuole abolire e chi cerca sempre un modo per non pagarla o farsi rimborsare.

Il governo ha chiesto alla Rai 150 milioni di euro per finanziare il taglio Irpef, ma l’emittente nazionale non è d’accordo, lo scopo del canone dev’essere quello di finanziare il miglioramento dei programmi televisivi e qui ci sarebbero molte cose di cui discutere, dalla montagna di pubblicitĂ  che passa ai programmi scadenti fino ai compensi milionari dei conduttori….

I cittadini pagano tutto questo e la Rai non vuole condividere i proventi per aiutare lo Stato. Ma quello che preoccupa la Federconsumatori è che il taglio dei 150 milioni possa influire sulla qualità dei contenuti della tv di stato. (peggio di così? n.d.r.)

E sono proprio Adusbef Rosario Trefiletti e Elio Lannutti, i presidenti della Federconsumatori a inviare una diffida dal prelievo dei soldi dalle casse della Rai, direttamente al ministero dello Sviluppo Economico.

Il comunicato stampa pone in evidenza la necessitĂ  di un rimborso all’utente perchĂ© il canone non può essere impiegato per scopi diversi da quelli per il quale è pagato.
Di seguito il comunicato stampa, da notare il quarto punto di tale documento.
Comunicato Stampa
3/6/2014
Rai: Federconsumatori e Adusbef: subito un serrato confronto per risolvere le questioni dell’emittenza pubblica.
Il Governo avvii subito un serrato confronto con le organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei giornalisti per affrontare e risolvere i nodi dei servizio pubblico radiotelevisivo. Dopo le polemiche seguite al varo del decreto che taglia risorse alla Rai congelando una parte del canone già pagato dai cittadini, Federconsumatori e Adusbef ribadiscono quattro punti fermi e irrinunciabili:Primo: il Servizio Pubblico radiotelevisivo nel nostro Paese svolge un ruolo essenziale e va mantenuto all’interno di un sistema realmente liberalizzato e competitivo;

Secondo: va tagliato in modo definitivo e irreversibile il cordone ombelicale tra Rai e politica, superando anche la stessa Commissione di Vigilanza. In un sistema realmente libero e maturo sono i media che debbono controllare la politica e le istituzioni, non il contrario;

Terzo: un vero contenimento dei costi va perseguito non con misure estemporanee, ma attraverso il varo di un serio piano industriale (se necessario, anticipando anche il contratto di servizio rispetto alla scadenza programmata del 2016). Vanno altresì eliminati sprechi, sovrapposizioni, privilegi, consulenze improduttive, emolumenti vertiginosi di ogni genere spesso derivanti da condizionamenti politici sia centrali che periferici;

Quarto: il canone Rai è un’imposta di scopo che non può essere utilizzata per ragioni diverse da quelle per cui è pagata dai cittadini. Ogni taglio al canone che il governo decidesse di operare deve avere come conseguenza – se non si vuole compiere un vero e proprio arbitrio nei confronti dei cittadini onesti – l’abbassamento della somma pagata dagli utenti.

Federconsumatori e Adusbef chiedono che sull’insieme di queste questioni e sulle linee più generali di un’auspicata riforma del settore delle telecomunicazioni, Governo, sindacati e associazioni rappresentative degli interessi dei cittadini  inizino al più presto un’approfondita discussione.