Aumento dell’ Iva: le conseguenze

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Sabato scorso è scattato l’aumento dell’Iva che passa dal 20 al 21%. Non tutti i settori saranno colpiti dall’innalzamento dell’aliquota previsto dalla nuova manovra finanziaria, ma per quelli che saranno coinvolti nel rialzo dell’aliquota, le conseguenze si annunciano non proprio all’insegna dell’ottimismo.

L’Iva, tra l’altro, sale sulle auto, sull’abbigliamento e sulla spesa per il parrucchiere. Questo vorrà dire aumento dei prezzi al consumo  con diminuzione della vendita di automobili e con la definitiva chiusura di migliaia di negozi di abbigliamento, già messi in ginocchio dalla concorrenza con il mercato cinese.

E che dire dei parrucchieri, una categoria che proprio in questi tempi di crisi dà lavoro a tanti operatori? Se anche  questi ultimi cominceranno a lavorare di meno, il circuito dei consumi si stringerà sempre di più e se aggiungiamo anche l’aumento del prezzo della benzina, tra qualche mese vedremo gli Italiani a spasso in bici, con i capelli lunghi ed i vestiti stracciati.

I politici potrebbero difendersi dicendo che non hanno ritoccato l’Iva sui beni di prima necessità e ti pareva: se avessero fatto anche questo saremmo finiti tutti a pane e cipolla, senza macchina, con i capelli lunghi e i vestiti stracciati.

L’aumento dell’Iva rappresenta l’ennesimo colpo di genio di una classe politica che non ha proprio nulla di geniale. Invece di combattere l’evasione dei ricchi si riducono ancora una volta a pezzi i più poveri, chi consuma e crea lavoro. Intanto i soliti ricchi continueranno ad evadere e i soliti poveri a pagare…

 

Fonte immagine: nonciclopedia.wikia.com

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