Secondo le notizie rese note dagli organi di stampa, l’obiettivo del governo sarebbe quello di eliminare la miriade di contratti precari istituendo un contratto unico a tempo indeterminato a patto, però, di poter abolire l’art.18 dello Statuto dei Lavoratori che vieta il licenziamento senza giusta causa.
I sindacati naturalmente sono irremovibili e sotto lo sguardo attonito di cittadini stremati e schifati dalle beghe di parte e di potere, si consuma l’ennesimo braccio di ferro tra chi vorrebbe cambiare e chi no. Ma cambiare togliendo diritti già acquisiti non suona un po’ come una sorta di ricatto o una specie di compromesso?
Da un lato si cerca di abolire il precariato facendolo confluire nel contratto di lavoro a tempo indeterminato e dall’altro si chiede di cancellare l’art.18.
Ma senza articolo 18 non si rischia di trasformare il contratto unico in un finto contratto indeterminato perchè, poi, l’azienda, se vorrà licenziare, potrà farlo facilmente senza alcuna possibilità di difesa da parte del lavoratore?
Insomma la strada del braccio di ferro non sembra sia la giusta via da percorrere per far crescere l’occupazione in un Paese dove diritti e dignità dei lavoratori sono stati dimenticati per troppo tempo.