Lavoro: troppi casi di sfruttamento in Italia

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In Italia, il lavoro è diventato un bene sempre più raro e prezioso. Difficilmente si riesce a trovarlo e quando lo si trova, spesso si percepiscono salari molto bassi e in condizioni di estremo sfruttamento. In un precedente post avevamo già esaminato alcune delle cause che portano a non riuscire a trovare lavoro in Italia e tra queste avevamo individuato anche l’abitudine dei datori di lavoro di pagare poco i loro dipendenti e collaboratori.

Oltre a un fatto squisitamente culturale, alla base dei pagamenti bassi c’è sicuramente l’eccessiva tassazione del lavoro italiano che costringe gli imprenditori a risparmiare proprio sugli stipendi. In Italia, infatti, specie in alcune regioni, si lavora prevalentemente in nero e quando scattano le buste paga, spesso si firmano documenti percependo in realtà meno della metà di quanto vi sta scritto.

Le categorie più penalizzate da questa situazione sono le donne e gli immigrati. Le prime, pur di portare a casa qualche quattrino che possa contribuire ad elevare il magro stipendio del marito, si accontentano spesso anche di lavori full time dove non si guadagnano più di 500 euro al mese, mentre i secondi sono spesso vittime di lavori massacranti nei campi, per 15, 16 ore al giorno, e per stipendi che si aggirano attorno ai 300 euro al mese.

Proprio recentemente, per un’azienda agricola è scattato il sequestro e la chiusura per riduzione in schiavitù dei dipendenti tunisini che vi lavoravano. Questi fenomeni creano anche la disoccupazione dei profili più qualificati e dei cinquantenni, i quali, quando perdono il lavoro, difficilmente riescono a trovarlo, perché la maggior parte dei datori di lavoro italiani preferisce pagare poco e non si sognerebbe mai, ma proprio mai, di dare uno stipendio decente a un adulto con esperienza e magari con famiglia a carico.

Il fenomeno dello sfruttamento del lavoro aggiunge crisi su crisi e drammi su drammi, traducendosi in una vera e propria violazione della Costituzione Italiana.

Quando si sfrutta un lavoratore si commettono due reati: riduzione in schiavitù e indebito arricchimento. Quest’ultimo reato si realizza perché l’imprenditore ricava degli utili e dei guadagni dall’opera prestata dal lavoratore sfruttato. Per dire basta a tutto questo occorre anche la presa di coscienza dei lavoratori ( immigrati compresi) che non possono e non devono sottostare all’odioso ricatto della scelta tra il non lavoro e il lavoro malpagato.

Uno stop allo sfruttamento del lavoro può arrivare proprio dalle denunce dei lavoratori, denunce che consentiranno alle autorità di applicare le dovute sanzioni contro gli sfruttatori.

Fonte immagine: Spazio.libero.it

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