Prima del Decreto Poletti, un lavoratore poteva essere assunto a tempo determinato solamente in un caso, cioè nel momento in cui esisteva una reale esigenza lavorativa effettivamente temporanea e ben specificata nel testo del contratto a termine. Nel momento in cui veniva a mancare la causa della temporaneità, il contratto si sarebbe dovuto trasformare automaticamente a tempo indeterminato.
Ma quanti lavoratori sono stati assunti a contratto determinato senza una giusta causalità? Quasi tutti perché il contratto a termine veniva stipulato anche quando l’esigenza produttiva non era temporanea, ma serviva al datore di lavoro per tenere il lavoratore sulle spine per un eventuale mancato rinnovo.
Ma in questi casi di illegittimità del contratto, allo scadere dello stesso, è possibile impugnarlo entro 120 giorni per farlo divenire “indeterminato”, ed è questo che bisogna fare prima che si rinnovi con uno stipulato dopo il Decreto Poletti, ovvero dopo il 20 Maggio 2014, in tal caso non sarà più possibile impugnarlo per irregolarità contrattuale.
Ora con il Decreto Poletti, chiamato anche Jobs Act, tutti i datori di lavoro possono stipulare contratti a tempo determinato, rinnovabili per 8 volte anzichè una solamente e per la durata di un massimo di 36 mesi, e rientrano nella categoria dei contratti a termine «acausali».
Quindi se il vostro contratto a tempo determinato sta per scadere, fate verificare ad un sindacato oppure a un avvocato e nei 120 giorni successivi alla scadenza impugnatelo come previsto dall’art. 32 della legge 148/2010, e fate in modo che diventi indeterminato altrimenti passato quel termine potreste vedere svanire la vostra opportunità di un lavoro “fisso”.
Il cosiddetto Jobs Act o Decreto Poletti si riferisce al decreto legge 20 marzo 2014, n. 34 in materia di “Disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell’occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese” convertito con modificazioni dalla legge 16 maggio 2014, n. 78.