Voucher Disoccupazione da 2.000 a 5.000 Euro, Come Fare Domanda dal 2 Settembre

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Voucher Disoccupazione

Voucher Disoccupazione

E’ partita la nuova assegnazione per i Voucher disoccupazione 2016 per 50.000 disoccupati, il voucher potrà avere un valore che varia dai 2 mila a 5 mila euro ed è stato previsto dalla legge di stabilità 2016.

Si tratta di un assegno di ricollocamento che potrà potrà essere richiesto presso i comuni di appartenenza e che si affianca alle altre misure introdotte dal Governo Renzi con il decreto attuativo Jobs Act n. 150/2015 circa il riordino della disposizioni in materia di servizi per il lavoro e le politiche attive ai sensi dell’articolo 1, comma 3, della legge 10 dicembre 2014, n. 183, a sostegno dei disoccupati come #naspiAsdi e Dis-Coll.

L’assegno di ricollocamento è necessario che sia destinato ai centri per l’impiego o agli enti privati riconosciuti dallo Stato italiano per per l’acquisto di servizi mirati alla riqualificazione professionale, ed ha lo scopo di tutelare i lavoratori e permettere ai giovani di trovare più facilmente il primo impiego, contribuendo alla ripresa economica.

Voucher di disoccupazione“, può essere richiesto a partire dal 2 settembre 2016 da tutti i disoccupati che si trovino senza lavoro da almeno 4 mesi.

Chi otterrà il voucher di disoccupazione potrà scegliere la struttura cui affidarsi, la quale sarà retribuita direttamente dallo Stato o dalla Regione soltanto quando il disoccupato avrà trovato un nuovo lavoro.

Per poter richiedere i voucher, i candidati devono aver fruito completamente dell’indennità di disoccupazione NASPI e rientrare in una delle seguenti categorie:

  • Lavoratori a rischio disoccupazione: ossia posti in CIGS da seguito di una cessazione, anche parziale, dell’attività dell’azienda, ovvero, sospesi per una procedura concorsuale del datore di lavoro; in Cassa integrazione in deroga, in contratti di solidarietà.
  • Lavoratori disoccupati: rientrano in questa categoria i lavoratori che hanno cessato il rapporto di lavoro a causa di un licenziamento collettivo, giustificato motivo, risoluzione definitiva di un contratto di lavoro a tempo determinato, a chiamata, apprendistato, inserimento, somministrazione o a progetto; cessazione anticipata del contratto per cause diverse dalle dimissioni volontarie o da risoluzione consensuale del rapporto di lavoro; dimissioni per giusta causa del lavoratore. I disoccupati sono pertanto, coloro che hanno acquisito lo status di disoccupato dopo aver sottoscritto presso il Centro per l’impiego, la DID, dichiarazione di disponibilità immediata al lavoro. Nella nuova disciplina, prevista dallo schema di decreto Politiche Attive, la DID va resa per via telematica attraverso il portale unico registrazione o attraverso la domanda all’INPS di uno dei trattamenti di disoccupazione, ASPI, NASPI e Dis Coll. In quest’ultimo caso, sarà cura dell’INPS trasmettere all’ANPAL, ai fini dell’inserimento nel sistema informativo unico delle politiche del lavoro, tutti i dati del lavoratore.
  • Lavoratori disoccupati parziali: sono coloro che pur avendo un lavoro dipendente o autonomo hanno un reddito annuo di importo pari o inferiore a quello esente da IRPEF, e di conseguenza esonerati dall’obbligo di dichiarazione dei redditi.
Per fare domanda per il voucher di disoccupazione, bisognerà registrarsi al Portale Unico Persone in Cerca di Lavoro e, successivamente, sostenere un colloquio presso il Centro per l’Impiego al fine di individuare l’esatto profilo professionale.
In seguito ci sarà l’obbligo della sottoscrizione di un patto di servizio nel quale il candidato si impegna a partecipare a tutte le iniziative formative ritenute necessarie alla sua ricollocazione e ad accettare le offerte di lavoro compatibili con il suo profilo professionale.

Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha dichiarato il suo impegno per far rispettare i nuovi provvedimenti e garantirne il successo:

“Contrapporre politiche sociali e politiche per la crescita è un errore. Le politiche sociali e per l’equità sono infatti necessarie per la crescita perché, oltre che sostenere la domanda, migliorano il clima sociale generando aspettative positive. Gli interventi sociali e per le imprese debbono camminare insieme, in un giusto equilibrio”.