Trovare lavoro a 50 anni: perché è difficile

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Nell’ultima nutrita tranche di licenziamenti rientrano tantissimi italiani over 45 e over 50, ovvero persone mature che dopo esperienze di lavoro ventennali o trentennali si ritrovano sulla strada da un giorno all’altro, senza un reddito da lavoro e senza aver ancora maturato il diritto alla pensione.

Basti pensare che lo scorso anno in Lombardia sono state licenziate più di 50 mila persone, mentre l’incremento nazionale dei licenziamenti è salito, secondo i dati Istat, al 7,5%, sempre nello stesso anno.

All’interno di questi numeri, i lavoratori più penalizzati sono stati anche i cinquantenni che a seguito di questa traumatica esperienza faticano a reinserirsi nel mercato del lavoro. Eppure le Regioni e altri enti pubblici attuano iniziative e progetti per il reinserimento lavorativo delle persone mature.

Perché, dunque, è cosi difficile trovare lavoro a 50 anni? Il dato si spiega solo con l’atteggiamento delle aziende a voler assumere solo giovani perché cosi possono pagarli meno e in maniera precaria. Un cinquantenne con famiglia sulle spalle e con un nutrito bagaglio di esperienza, per le aziende rappresenta un costo, perché la maturità e l’esperienza vanno adeguatamente remunerate.

Ed è questa la più grande vergogna del mercato del lavoro italiano: lasciare per strada un’ampia fetta di persone solo per una scorretta volontà di sfruttamento.

Certo, le imprese vivono l’amara condizione di una pressione fiscale eccessiva, di una crisi di accesso al credito bancario, del calo delle commesse dovuto al calo dei consumi seguito alla crisi internazionale.

Insomma si tratta di un sistema che non depone a favore del lavoro per i cinquantenni. Eppure questa spirale di disoccupazione e disperazione va fermata.

Un Paese che non permette ai suoi cittadini di reinserirsi dignitosamente e in tempi brevi sul mercato del lavoro non può definirsi civile perché assiste, inerte, a una sorta di “crimine” contro la dignità delle persone.

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