Tutta colpa della crisi, e in alcuni casi merito. Già da qualche anno il mercato richiede a gran voce cambiamento e innovazione e tutto questo ha spinto giovani e non più giovani lavoratori a rinnovare la propria professionalità e ruolo. E’ il caso del Temporary Manager, qualcosa a metà strada fra consulente e dirigente si, ma in affitto.
Si tratta di una figura fortemente qualificata a cui viene affidata temporaneamente la gestione di un’azienda o di un’impresa che si trovano a dover affrontare un momento critico positivo o negativo. L’aiuto del Temporary Manager potrebbe essere prezioso sia in fase di tagli, riassestamento economico e finanziario, sia in fasi di crescita e di sviluppo di nuovi contatti.
Il Manager in affitto vedrà conferirsi deleghe adeguate ed in cambio si dimostrerà in possesso di competenze specifiche e conoscenze adeguate alla risoluzione dei problemi aziendali; saprà risolvere con rapidità situazioni critiche, inaugurare piani operativi vincenti, creare ambienti lavorativi motivanti. Riuscirà inoltre a trasmettere esperienza, capacità di problem solving e di leadership ai dipendenti dell’azienda.
Ristabilita in positivo la situazione aziendale il Manager in affitto leva le tende per correre in soccorso di nuove imprese. Questa figura nota ai direttori risorse umane già dal lontano 2007, oggi vista la congiuntura di mercato negativa sembra diffondersi con una certa rapidità. Il manager sostanzialmente diventa professionista indipendente e collabora con le aziende per un periodo definito.
A cambiare è il modo di interpretare un ruolo; il manager perde il suo status di dirigente tradizionale ecollabora indipendentemente con l’azienda acquisendo valore in base al contributo offerto. La figura esce dunque dal rapporto spesso opprimente di dipendente-datore di lavoro, ed entra nell’ottica di fornitore-cliente.
Per approfondire l’argomento si potrebbe leggere il libro di Paola Brivio e Maurizio Quarta “Da manager a professionista” per Franco Angeli/Aisl.