Telelavoro: lavoratori pronti a guadagnare di meno in cambio di maggiore autonomia

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Dei vantaggi del telelavoro abbiamo già parlato eppure la recente indagine condotta da Cisco, operatore mondiale che si occupa di soluzioni in rete, rivela dati particolarmente interessanti che potrebbero annunciare una rivoluzione nel modo di fare lavoro.

Più della metà dei lavoratori, la percentuale si aggira intorno al 60% è dell’opinione che svolgere il proprio lavoro senza l’obbligo di doversi recare ogni giorno sul posto di lavoro, incrementerebbe la produttività e il piacere del lavoro stesso.

L’insofferenza alle vecchie forme organizzative del lavoro, coinvolge lavoratori di tutto il mondo: Cisco in totale ne ha intervistato 2600 provenienti da 13 nazioni differenti ( Italia, Regno Unito, Spagna, Francia, Germania, Stati Uniti, Messico, Brasile, Russia, India, la Cina, Giappone e Australia).

A cambiare le carte in tavola il fatto che ad oggi la presenza in ufficino non è più giustificata da alcuna reale necessità: il lavoro potrebbe essere svolto accedendo ogni istante e soprattutto da qualsiasi luogo, agli strumenti dell’azienda messi in rete. Inoltre nessuna ricerca attesta il fatto che la produttività sia riconducibile alla presenza del lavoratore in ufficio, semmai si potrebbe parlare del contrario.

La nazione che mostra i maggiori tentennamenti è a sorpresa l’Italia, nella quale ben il 53% dei lavoratori intervistati è dell’opinione che sia fondamentale svolgere il proprio lavoro in ufficio per prendere decisioni importanti e per interagire fra il team lavorativo. Un attaccamento all’ufficio è stato dimostrato anche dai giapponesi e dai tedeschi in misura inferiore.

Il lavoro da remoto continua ad essere ritenuto comunque un privilegio anche dai lavoratori e sembra che sia più semplice ottenere questa concessione negli Stati Uniti e nel Regno Unito. La cosa che davvero sorprende è il fatto che chiunque riesca ad ottenere tale privilegio alla fine dei conti lavori di più rispetto a chi ogni mattina si reca in ufficio.

E pensare che il 66% degli intervistati sarebbe disposto a rinunciare al 10% del proprio stipendio pur di poter lavorare in autonomia. Spesso e volentieri la richiesta passa dall’ipotetico al reale e quando l’azienda nega la possibilità di lavorare da remoto, l’impiegato riduce l’intensità del proprio lavoro o più spesso è spinto a cercarne un altro.

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