Stage lavorativi: in Italia ce ne sono troppi

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L’idea di scrivere un post sugli stage ci è venuta dopo aver spulciato online diversi annunci di lavoro e aver pubblicato delle selezioni di stage offerti da grandi aziende. Il ricorso agli stage è talmente frequente nel nostro Paese che nel 2009 è nata persino una testata web dedicata all’argomento e chiamata “ La Repubblica degli Stagisti”.

La testata si occupa di realizzare articoli e inchieste contro gli stage scorretti e poco trasparenti, puntando a selezionare solo quelli seri e con concrete opportunità di inserimento professionale.

Tornando allo stretto argomento degli stage o dei tirocini, bisogna dire che questi hanno avuto uno spaventoso incremento a partire dalla Riforma del Lavoro varata nel 2003, quando si è dato “valore legale” al precariato e alla flessibilità, alias allo sfruttamento della professionalità e della dignità delle persone, specie quelle più giovani.

Ricorrono agli stage aziende piccole, grandi, medie, anonime o più o meno famose, tutte accomunate, nella maggior parte dei casi, dal malcelato desiderio di avere dei prestatori di lavoro a costo zero.

Il fenomeno si può spiegare non con il fatto che le aziende, specie quelle grandi, abbiano poco fatturato, ma con l’elevato costo del lavoro italiano, dove per assumere un dipendente e dargli 1000 euro al mese, se ne devono spendere duemila tra tasse e imposte. Dello stage si potrebbe anche fare a meno, visto che da sempre esiste il contratto di apprendistato che le aziende faticano però ad applicare ( anche l’apprendistato costa…).

Se il DDL Lavoro sarà definitivamente approvato, si dovrebbe porre fine all’uso selvaggio degli stage come fonte di lavoro gratuito, ma intanto, perché non sono le stesse aziende a fare pressione con il Governo affinché riduca il costo del lavoro e consenta le assunzioni dei giovani in maniera stabile e regolare?

Ma la maggior parte delle aziende ( medio-grandi) delocalizza all’estero e fa volentieri a meno di interagire con i governanti italiani. Di questo passo viene da pensare che l’Italia non sia una “Repubblica fondata sul lavoro”, ma sullo stage. Non sarebbe ora di dire basta e di rispettare una volta per tutte la nostra Costituzione?

Fonte immagine: solofinanza.it

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