Le radicali trasformazioni del mercato del lavoro e le sempre più crescenti difficoltà ad accedervi richiedono anche una radicale trasformazione del modo in cui solitamente si pensa al mondo del lavoro.
Questo universo, oggi, così difficile e tanto lontano dalla portata degli aspiranti lavoratori, è circondato da una serie di idee e “ falsi miti” tutti da sfatare.
Non è che ieri fosse meno facile avere un lavoro, forse era più facile tenerlo quando lo si trovava, a differenza di oggi che bisogna “saltellare” da un contratto all’altro per poter dire di essere “occupati”.
I miti da sfatare riguardo il mondo del lavoro sono pochi, ma tutti da eliminare se si vuole riuscire a sfondare delle ” porte” che si presentano sempre più chiuse e serrate.
Primo: il lavoro non è tutto rose e fiori.
Secondo: non si guadagna standosene comodamente seduti su una scrivania a riscaldare la poltrona.
Terzo: per consolidare un percorso lavorativo, specie oggi, ci vuole del tempo, molto tempo, anche una gavetta lunga ed interminabile che può persino superare i 10 anni!
Quarto: nessuno regala nulla, né un posto di lavoro, né uno stipendio da favola, né privilegi e prebende varie.
Sfatati i falsi miti, ecco le cose da tenere bene in mente prima di mettersi a cercare un lavoro.
Primo: lavorare vuol dire sacrificio.
Secondo: il magro stipendio da portare a casa è frutto di interminabili ore di lavoro, sacrifici e fatica.
Terzo: tra le aspirazioni e la realtà, vince sempre la realtà, per cui se si desidera il successo in tempi di crisi è probabile che per campare o anche solo “lavoricchiare” si debba accettare un impiego meno pagato e molto diverso da quello ambìto.
Fonte immagine: blog.armandoleotta.com