Riforma del lavoro e precari: a che punto siamo?

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Il testo della Riforma del Lavoro, presentato lo scorso aprile dal ministro Fornero, dovrebbe essere approvato entro fine giugno. Sulla tanto discussa Riforma, che avrebbe dovuto essere varata senza esitazioni, sono trascorsi due mesi e mezzo di malumori, esitazioni e polemiche dei partiti. Il testo, comunque, è passato al Senato e sarà sottoposto al voto di fiducia per chiudere una volta per tutte l’iter di approvazione della legge, che approda nelle maglie parlamentari in maniera “leggermente” diversa dall’impostazione iniziale.

Le delusioni maggiori riguardano gli articoli relativi al lavoro giovanile, ovvero quello autonomo o freelance, dove l’obbligo di apertura della partita Iva scatta dopo aver raggiunto la soglia dei 18 mila euro annui.

Il limite di reddito per essere considerati autonomi è troppo basso, perché pagare le tassa su 18 mila euro lordi significa in pratica portare a casa un reddito netto irrisorio, pari a 800 euro mensili. Con queste cifre, purtroppo, in Italia non si vive e sembra strano che certe proposte vengano avallate da politici che guadagno indennità mensili superiori ai cinquemila euro.

Anche l’articolo sull’associazione in partecipazione ha subito delle modifiche, mentre nella precedente versione questo contratto veniva praticamente considerato illegale, perché usato allo scopo di mascherare il lavoro dipendente, adesso è previsto per un numero massimo di tre operatori, escludendo i familiari del titolare d’impresa.

Restano le sanzioni per il datore di lavoro che usa questo contratto per mascherare un’attività di lavoro dipendente. Ma se la legge ammette in azienda almeno tre associati, come si potrà distinguere se questi siano veri o falsi?

E’ doloroso ammetterlo, ma il nostro Paese si muove sempre di più verso una scia liberista e un capitalismo sfrenato che sono unicamente funzionali a chi già possiede e non a chi avrebbe diritto al giusto. Naturalmente non si tratta di un discorso “comunista”, ma di equità e giustizia, principi tanto decantati dall’attuale Governo e quanto mai inapplicati.

Fonte immagine: adnkronos.com

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