Riforma del lavoro: cosa cambierà per i precari?

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Questa settimana abbiamo assistito alla definitiva approvazione della tanto discussa Riforma del Lavoro. La Riforma Fornero, come viene comunemente chiamata, è legge e ciò cambia radicalmente alcuni assetti del mercato del lavoro italiano.

Ma cosa cambierà per quanto riguarda il lavoro precario? Alcuni punti della legge che trattano proprio questo aspetto si propongono in maniera decisamente più rivoluzionaria rispetto a un passato in cui si è assistito alla pericolosa “istituzionalizzazione” del lavoro precario giovanile. La riforma pone l’accento sull’importanza dell’apprendistato e degli stage o tirocini, che dovranno essere regolarmente retribuiti dalle aziende.

Per l’applicazione del contratto di apprendistato si attende l’ok definitivo della Conferenza Stato – Regioni, mentre le aziende non potranno più usare giovani stagisti a costo zero. Il periodo di tirocinio dovrà, infatti, essere retribuito, pena l’applicazione di una multa da mille a seimila euro a carico dei datori di lavoro inadempienti.

Novità anche per quanto riguarda i collaboratori a progetto o co.co.pro, che dovranno essere assunti con un equo compenso rientrante  tra quelli previsti dalla contrattazione collettiva per lo stesso profilo professionale. Certamente un passo avanti rispetto allo sfruttamento a cui sono stati per anni sottoposti i collaboratori a progetto.

Novità anche per quanto riguarda le finte partite Iva, ovvero quelle che mascherano un lavoro subordinato presso un solo committente. D’ora in poi saranno considerate “vere” solo le partite Iva in capo a redditi lordi di diciottomila euro annui.

La Riforma del Lavoro potrebbe però sortire alcuni effetti negativi, come l’aumento del lavoro nero. Ma se ciò accadrà non sarà certo colpa della legge, bensì di alcuni soliti datori di lavoro senza scrupoli, che preferiscono frodare il fisco ed il lavoratore piuttosto che sganciare dalle loro tasche dei salari dignitosi.

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