Redditometro, ecco chi verrà colpito

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Il redditometro, come orami noto, è lo strumento attraverso il quale il Fisco può stimare il reddito presunto di un contribuente, sulla base delle spese che quest’ultimo ha effettuato, grazie ad una serie di indici fissati a priori, e successivamente convocarlo, per chiedergli di giustificare lo scostamento tra spese effettuate e reddito dichiarato. Sulla questione si è anche pronunciato anche Bortolussi, Segretario della CGIA di Mestre, secondo il quale “il redditometro non sarà quello spauracchio che qualcuno vuole farci credere. I contribuenti onesti non devono temere nulla: non sarà né feroce, né repressivo”. Resta, comunque, il dubbio che gli onesti vengano tartassati inutilmente, con accertamenti arbitrari e infondati. Tale dubbio, diventa convinzione analizzando i possibili casi in cui scatterebbe l’accertamento del Fisco.

Secondo un’indagine condotta dall’Ufficio studi della stessa CGIA si è ricostruito ipoteticamente il reddito di 5 delle principali tipologie di famiglie italiane. In particolare, partendo dal presupposto che circa 41 delle 100 voci previste dal redditometro, si rifanno al dato medio registrato dall’Istat sui consumi, sono state prese in considerazione le spese quotidiane delle varie famiglie tipo confrontandole con il livello di reddito medio dichiarato annualmente dagli operai e dagli impiegati. Le spese considerate sono quelle più incidenti sul bilancio famigliare tipo alimentari, casalinghi, abbigliamento, scarpe, giocattoli, tempo libero, manutenzione casa, trasporti, istruzione, mentre le altre 59 voci sono state tralasciate. Da qui si sono individuate delle soglie minime al di sotto delle quali una specifica tipologia di famiglia può essere a “rischio evasione”, in quanto si evidenzia uno scostamento tra reddito dichiarato e spese sostenute.

Vediamo nello specifico chi potrebbe esser colpito dall’accertamento, che scatta quando il reddito complessivo accertabile (reddito presunto) risulta superiore di almeno il 20 per cento rispetto a quello dichiarato.

–          Coppia di anziani sopra i 64 anni, senza figli che abita nel Nordest dovrebbe dichiarare un reddito di almeno 4.184 euro, nel Nordovest 4.412 euro, e nel Centro 2.018 euro. Chi è in questa fascia e risiede nel Sud e nelle Isole, in linea di massima, non dovrebbe subire accertamenti.

–          Coppia senza figli, tra i 35 e i 64 anni che abita nel Nordest, per scongiurare la visita del Fisco, dovrebbe dichiarare 7.642 euro annui, nel Nordovest 6.923 euro, nel Centro 4.643 euro, nel Sud 2.324 euro, nelle Isole 270 euro.

–          Coppia con 1 figlio che abita nel Nordest dovrebbe dichiarare almeno 10.097 euro all’anno, nel Nordovest 11.361 euro, nel Centro 7.727 euro, nel Sud 5.261 euro e 2.519 euro nelle Isole.

–          Coppia con 2 figli che vive Nordest è a rischio se dichiara meno di 12.647 euro, così come per una famiglia del Nordovest che ha un reddito inferiore a 14.184 euro. Invece al Centro, una coppia con 2 figli dovrebbe dichiarare minimo 9.971 euro l’anno, mentre si abbassa a 7.970 euro nel Sud e a 4.579 euro nelle Isole.

–          Coppia con 3 figli che abita nel Nordest deve dichiarare almeno 12.827 euro di entrate, mentre nel Nordovest si aumenta a 16.631 euro annui. Nel Centro detta soglia dovrebbe essere di 10.013 euro, nel Sud di 7.242 euro e nelle Isole di 3.367 euro.

In caso di verifiche l’Agenzia delle Entrate invita il contribuente a comparire di persona (o per mezzo di rappresentanti), per giustificare lo scostamento tra spese e reddito, fornendo dati e notizie rilevanti ai fini dell’accertamento.

Il contribuente può controllare preventivamente la congruenza tra spese sostenute nell’anno e reddito dichiarato tramite Redditest, un software messo a punto dall’Agenzia delle Entrate. Per utilizzare il ReddiTest è necessario scaricare il software e inserire i dati richiesti. Le informazioni, quindi, restano sul proprio computer, senza lasciare alcuna traccia sul web. Nel ReddiTest devono essere inizialmente indicati la composizione, il reddito e il comune di residenza della famiglia, e successivamente, le spese sostenute nell’anno, suddivise in 7 categorie: abitazione, mezzi di trasporto, assicurazioni e contributi, istruzione, tempo libero e cura della persona, altre spese significative, investimenti immobiliari e mobiliari.

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