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Reddito di Cittadinanza, novità per il 2023: ecco cosa cambia

Di seguito tutte le novità del nuovo anno sul Reddito di Cittadinanza inserite nella nuova Legge di Bilancio

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Reddito di cittadinanza
Fonte: Wired

Il Reddito di Cittadinanza, a partire dal 2023, avrà tutto un altro sapore. Le modifiche apportate dal nuovo Governo Meloni sono contenute nella nuova Legge di Bilancio. Di seguito, dunque, tutte le informazioni e le novità del nuovo anno.

ECCO COSA CAMBIA

Dal 1° gennaio 2023 il Governo ha previsto una stretta sulla misura, escludendo di fatto tutti coloro abilitati al lavoro. Il testo, dunque, prevede le seguenti modifiche che potrete consultare integralmente nella pagina web delle FAQ del Governo:

  • le persone tra 18 e 59 anni, abili al lavoro e senza un disabile, minore a carico o persona con più di 60 anni in famiglia, hanno diritto al Reddito per un massimo di 7 mensilità;
  • decadenza del beneficio al rifiuto già della prima offerta di lavoro anche se non congrua, in una sede entro 80 km o 100 minuti di viaggio dal luogo di residenza;
  • obbligo di residenza in Italia;
  • per i beneficiari compresi nella fascia di età dai 18 ai 29 anni che non hanno concluso l’obbligo scolastico, l’erogazione del Reddito di Cittadinanza è subordinata all’iscrizione e alla frequenza di percorsi di istruzione di primo livello;
  • per quanto riguarda l’affitto, il testo stabilisce che il Reddito debba essere erogato direttamente al locatore dell’immobile risultante dal contratto di locazione;
  • l’abrogazione delle norme istitutive del Reddito e della pensione di cittadinanza dal 1° gennaio 2024;
  • l’istituzione di un Fondo per il sostegno alla povertà e all’inclusione attiva;
  • almeno 6 mesi di partecipazione a un corso di formazione o riqualificazione professionale obbligatori per tutti coloro che percepiscono il sussidio;
  • più controlli e nuovi incentivi.

QUOTA AFFITTO: COSA CAMBIA PER I BENEFICIARI DEL REDDITO?

L’emendamento 56.60 alla Legge di Bilancio 2023 prevede una novità sulla questione affitti con l’intento di arginare il fenomeno dei “furbetti”. Si tratta della quota affitto ovvero una parte del sussidio percepita dai nuclei familiari che vivono in case in affitto. Il testo stabilisce che la quota utilizzata dai beneficiari per pagare l’affitto, fino ad un massimo di 3.360 euro annui, dovrà essere erogata direttamente al locatore dell’immobile.

Questo vuol dire che dal 1° gennaio 2023, sarà lo stesso proprietario di casa a ricevere la quota risultante dal contratto di locazione per poi destinarla al pagamento parziale o totale del canone.

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