Reddito di Cittadinanza, 600 euro a chi non ha un Lavoro

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Renzi ha un altro obiettivo oltre all’introduzione del salario minimo di cui vi avevo già parlato, vuole una riforma del mercato del lavoro.
La notizia giunge dopo che il Consiglio dei ministri ha varato il Def, il Documento di economia e finanza che contiene le linee guida degli annunciati sgravi Irpef e Irap.
E fino alla riforma del lavoro la notizia è vera, ma per quanto riguarda il tanto discusso reddito di cittadinanza si tratta di una “bufala” che sta girando in rete da qualche giorno.
La fonte sarebbe la fantomatica “Gazzetta del giorno”, e i riferimenti normativi e testuali sono praticamente inesistenti. volendo si potrebbe far risalire ad una vecchia proposta del Movimento 5 Stelle per la riforma del sussidio di disoccupazione, ma anche qui le informazioni sono piuttosto raffazzonate.
Questo il testo della bufala che gira in rete:

Reddito di cittadinanza, 600 euro a chi non ha lavoro. Il modello è la Francia e l’erogazione dei fondi per i maggiorenni residenti in Italia dipende dalla volontà del singolo di lavorare.

“La copertura finanziaria per il reddito di cittadinanza esiste, costa 20 miliardi e prevede un contributo di massimo 600 euro per chi ha perso il lavoro o si trova disoccupato”. E’ ciò che ha affermato il nuovo Presidente del Consiglio Matteo Renzi.  Tecnicamente andrebbe chiamato “reddito minimo garantito” e non “reddito di cittadinanza”, perché quest’ultimo indica l’erogazione di fondi ai cittadini maggiorenni a prescindere che lavorino o no, ma resta una forma di contributo. Il disegno di legge, ancora non entrato in vigore ma che si auspica effettivo nei prossimi mesi,  prevede uno schema di reddito minimo garantito del “costo di 19-20 miliardi”, agganciato ad una riforma del mercato del lavoro. Avranno diritto al reddito tutti i cittadini residenti in Italia e che hanno cittadinanza italiana. Potrà beneficiarne chiunque abbia perso il lavoro e chi, pur lavorando, non riesca a superare la soglia di povertà: nel primo caso verrà erogato il contributo massimo di 600 euro; nel secondo caso lo Stato provvederà ad integrare il reddito fino a quota 600.L’importo sarà calcolato sulla base del nucleo familiare, ma l’aiuto verrà erogato ad ogni membro. Esempio: una famiglia è composta da due persone, una percepisce un reddito di 400 euro al mese e l’altra non ha entrate. Il primo componente riceverà 200 euro (per arrivare a quota 600), il secondo riceverà il contributo pieno e per ogni figlio a carico aumenterà l’importo del sostegno.Che andrà ad integrare anche le pensioni minime.I centri per l’impiego offriranno a chi è disoccupato fino a 3 offerte di lavoro “congrue”, ovvero adatte al suo curriculum: “Se uno è laureato in ingegneria non gli si può chiedere di fare il giardiniere”.Al terzo rifiuto, si perde il diritto al reddito.

Fonte : la gazzetta del giorno

Ancora una volta crollano le aspettative dei cittadini che si vedono burlati dai sussidi che non arrivano mai!