Quanto vale una prestazione di lavoro?

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valorelavoroQuella indicata nel titolo di questo post è una domanda che si fanno in molti, specie quelli che svolgono un lavoro autonomo.

La concorrenza spietata, la grave crisi che colpisce le aziende e le famiglie in questa delicata fase dell’economia, causa un preoccupante abbassamento delle tariffe e delle pretese di chi dovrebbe chiederle.

Ma è possibile  poter valutare se la retribuzione proposta è equa, adatta al proprio profilo ed all’esperienza maturata oppure non lo è affatto?

Nella pratica non è semplice stabilirlo, perché entrano in gioco fattori delicati, come la paura di non trovare un altro lavoro, la consapevolezza che la prestazione rifiutata sarà, probabilmente, realizzata da un concorrente a prezzi ancora più bassi.

Il quadro del mercato del lavoro odierno, purtroppo, è questo, e non crediamo solo in Italia.

La tendenza a giocare al ribasso sul costo del lavoro è praticata ormai a livello globale, altrimenti non si spiegherebbe la tendenza alla delocalizzazione delle imprese di casa nostra, che, per abbassare l’impatto della pressione fiscale, preferiscono produrre dove il costo del lavoro è minore che in patria.

Per stabilire se la retribuzione proposta dal datore di lavoro, o committente,  è equa bisogna solo scegliere tra due importanti opzioni: quello che si pensa di meritare e quello che il mercato è disposto a dare.

Se si pensa di meritare 10, ma il mercato non dà più di 4, 5  si può rifiutare e cercare chi è disposto a pagare 10.

Se, però, ovunque, si vada, tutti danno sempre cinque o anche meno, allora vorrà dire che non c’è mercato e che forse sarebbe meglio cambiare settore.

Ma cambiare lavoro non è sempre un’impresa facile.

Cosa fare, dunque, per lavorare senza perderci?

Una soluzione potrebbe essere quella di imparare a contrattare, far capire che a 10 corrisponderà una qualità maggiore,   con 5 si otterrà una qualità o quantità di lavoro minore, mentre con 7 si potrebbe ottenere il lavoro che si farebbe con 10.

Non è una soluzione magica, ma in questo quadro occupazionale a tinte fosche , si potrebbe sempre trovare qualcuno che apprezzi il vostro sette. Il chè  “è sempre meglio che non lavorare”.

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