Precari in protesta, ma cos’è il lavoro precario?

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I lavoratori precari occupati in diversi settori dell’economia nazionale, sabato scorso hanno deciso di dire basta alla loro drammatica situazione professionale e di protestare in 50 piazze d’Italia. Sabato scorso nelle piazze nazionali c’erano i rappresentanti del precariato di qualsiasi settore, dalla ristorazione, alla scuola, alla sanità, ma anche liberi professionisti e freelance.

Un esercito di lavoratori, anche con elevati titoli di studio che dopo una vita di sacrifici e di sogni si ritrovano a lavorare in condizioni tali da non avere certezze per il futuro.

Ma quali sono queste condizioni? Si diventa lavoratori precari quando si viene assunti con contratti di lavoro dipendente a tempo determinato, cioè a scadenza, quando si viene assunti con contratti di collaborazione a progetto per conto di un committente che appena gli si consegna il lavoro dà il ben servito  non rinnovando più la collaborazione,  quando si è  liberi professionisti  laureati che eseguono prestazioni professionali mal pagate.

Ma l’esercito di precari è composto da altre figure molto variopinte: dalla super specializzata che per sbarcare il lunario lavora in un call center per 4 ore al giorno su turni guadagnando un misero fisso o una percentuale per ogni contratto andato a buon fine, dal freelance che insegue commissioni di lavoro che prima o poi finiscono, spesso nello stesso arco di tempo, lasciandolo senza stipendio per il mese successivo.

Dal procacciatore d’affari occasionale che tenta di vendere i più svariati prodotti per conto delle aziende, percependo una percentuale senza una copertura fissa e senza rimborso spese. Nella maggior parte dei casi il precario è un lavoratore intellettuale, ma anche nelle professioni più tradizionali, il precariato è ormai una pratica galoppante. Come testimoniano alcune lavoratrici della ristorazione. A chi serve questa situazione? Alle aziende che così risparmiano sul costo del lavoro e su tasse e contributi.

Alla lunga però il precariato produrrà disastri incalcolabili, con milioni di famiglie sul lastrico perché composte da coniugi precari che non saranno in grado di mantenere i figli, di comprarsi una casa e di avere una pensione. Abbiamo avuto in Italia un abbondante flusso di immigrati che per disperazione  fuggono dal loro paese per tentare di avere una vita migliore.  Se le cose non cambiano anche i precari di casa nostra finiranno nella stessa situazione: cioè in fuga da un Paese che non sa garantire loro il diritto a dignitose condizioni di lavoro.

Fonte immagine: imagoxx.it

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