Piano nazionale antiracket

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Un piano nazionale antiracket per liberare le imprese dai drammatici fenomeni del pizzo e dell’usura, è la soluzione richiesta  durante la prima Assemblea nazionale per la legalità svoltasi a Roma lo scorso 4 maggio, dove si sono riunite le principali organizzazioni antiracket che costituiscono la Rete per la Legalità.

E’ proprio la Rete a chiedere al ministro dell’Interno Maroni di aprire un tavolo di confronto tra le associazioni antiracket, di categoria, Prefetture e Forze dell’Ordine per accompagnare l’imprenditore vittima di fenomeni estorsivi, nel percorso di denuncia del reato fino alla fase processuale.

L’idea del piano nazionale antiracket come percorso di sostegno per le imprese vittime dei crimini mafiosi è nata dai dati preoccupanti  relativi alla scarsità delle denunce, rispetto alle vastissime dimensioni del fenomeno.

Secondo le informazioni fornite da Lorenzo Diana coordinatore nazionale della Rete per la Legalità e riportate da Sos Impresa, la crisi avrebbe accentuato il ricorso all’usura da parte delle imprese e l’aumento dei relativi fenomeni estorsivi.  “Malgrado questo – spiega Diana in un’intervista realizzata proprio da Sos Impresa – le denunce sono a dir poco irrisorie, 5000-6000 all’anno. Secondo la relazione della Dia appena 2365 nel primo semestre del 2010, un trend che se confermato nel secondo semestre, si assesterà a meno di 5000 denunce nell’ultimo anno, per non parlare dell’usura in cui si contano appena 350 denunce. Oggi a denunciare il racket in Italia non è nemmeno uno su cento imprenditori toccati. Questi numeri sono un campanello di allarme forte. Di fatto, il fenomeno estorsivo, malgrado l’ondata di arresti e il sequestro di patrimoni mafiosi, continua a mantenere inalterato il suo peso e la sua diffusione sul territorio”.

Fonte immagine: ilsole24ore.com

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