Perché non si riesce a trovare lavoro

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Le testimonianze lasciate, nei siti e nei forum, da persone in cerca di lavoro o disoccupate da lungo tempo sono davvero drammatiche. I loro racconti non lasciano scampo evidenziando un’ampia fetta di popolazione che non riesce mai, ma proprio mai a inserirsi nel mondo del lavoro.

All’interno di questa fetta si trova di tutto: cinquantenni, giovani, donne, persone altamente qualificate e preparate; tutte accomunate da un unico e spietato destino: non riuscire mai a trovare un lavoro. Molti sono alla disperazione, pensano di arrendersi o addirittura di farla finita. Ma perché esistono persone che restano paurosamente escluse dal mercato del lavoro?

Sarà forse perché sono meno brave di altre? In realtà non è così, perché tra chi non riesce a trovare lavoro si nascondono anche persone molto intelligenti e brave, ma purtroppo molto sfortunate e non per colpa loro. La causa del non riuscire mai a trovare lavoro è legata alla stessa struttura del mercato del lavoro.

Questo non funziona secondo o i meriti o le capacità, ma secondo le necessità, secondo quello che serve o di cui si ha bisogno. Se le aziende non hanno bisogno di intellettuali finiranno per escluderli dalle loro offerte di selezione, se il mercato è già saturo di agenti e rappresentanti per un determinato settore merceologico, coloro che si butteranno a fare i rappresentanti per lo stesso settore merceologico finiranno per guadagnare poco o nulla o per impiegare una vita prima di costruire un reddito dignitoso.

Qualcuno osa dire che ormai si è in troppi per lavorare e che se tutti cercano sempre le stesse cose si finisce per restare inesorabilmente fuori dal mercato. Il problema va risolto a monte, formando le nuove generazioni su mestieri e professioni di cui le aziende hanno fortemente bisogno. Ma per le generazioni più mature che si sono scontrate in pieno con l’inesorabile treno dei mutamenti del mercato? Cosa fare?

Adesso che l’età pensionabile rischia di allungarsi non si possono lasciare a piedi coloro che rischiano di precipitare nell’accattonaggio perché sono stati espulsi da un sistema di mercato ormai non più praticabile. E qui che deve intervenire lo sforzo congiunto delle istituzioni per reinserire in un circuito lavorativo chi si è formato con le vecchie regole.

In tempi di sacrifici e dopo i grandi sacrifici patiti da coloro che hanno perso il lavoro e non lo trovano, è giusto, corretto e legittimo che anche lo Stato si sacrifici per loro e non solo chiedendo ICI, IMU e altre diavolerie, ma salvando dal baratro tutti quelli che vi sono precipitati per gli errori altrui.

Autore immagine: William Casey

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