Pensione di reversibilità

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VedoveLa pensione di reversibilità è il sostegno previdenziale che viene erogato al coniuge superstite in caso di decesso dell’altro coniuge. L’importo è pari al 60% della pensione maturata da quest’ultimo. Ma una proposta di legge potrebbe cambiare l’istituto della pensione di reversibilità aumentando il tetto di età per poterne fruire.

La proposta di legge nasce dalla necessità di evitare i matrimoni di donne straniere giovani con uomini anziani. L’età per fruire della pensione di reversibilità potrebbe essere di 60 anni.

Lo rivela un comunicato stampa del Partito dei Pensionati che esprime timore ed allarme sul contenuto di questa proposta e sugli esiti che potrebbe avere se fosse approvata.

Il 60%  della pensione del coniuge defunto non permette spesso alle vedove ed ai vedovi monoreddito di sopravvivere con una dignitosa qualità di vita, perché con la scomparsa del coniuge si abbassa il livello di reddito, ma non le spese che restano sempre le stesse.

Per chi ha una pensione propria, il Partito Pensionati  sottolinea che c’è poco da stare allegri perché sono in agguato tagli, molto sostanziosi che, oltre alla perdita del 40% previsto rispetto alla pensione del coniuge defunto sono: l’ulteriore taglio del 25% (del 60% previsto per la reversibilità piena) se il reddito del coniuge superstite è superiore a tre volte l’importo di pensione minima (da 18.229,77 euro fino a 24.306,36 euro – reddito annuo), il tutto al lordo ovviamente; il taglio diventa del  40% (sempre sul 60% previsto per la reversibilità piena) se la pensione del coniuge superstite supera di 4 volte la pensione minima (da 24.306,37 euro a 30.382,95 euro – reddito annuo); mentre nei casi in cui il reddito supera i 30.382,95 euro la pensione di reversibilità perde il 50% (sul 60% previsto per la reversibilità piena).

Tali riduzioni non riapplicano se nel nucleo familiare del coniuge superstite vi sono figli minori, studenti o inabili.

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