Penalizzazioni di Google: come sopravvivere?

0
261

I dati parlano chiaro: il 90% del traffico web proviene da Google. Il contributo degli altri motori di ricerca nel portare visite ai siti è relativamente trascurabile. Quando si dipende troppo da qualcosa o qualcuno si corre però sempre il rischio di rimanere” scottati” o delusi. Cosa accade, ad esempio, quando Google penalizza un sito bannandolo da Adsense o facendolo scomparire dai risultati di ricerca?

Se il portale viene gestito per hobby non cambia nulla, ma se viene gestito per vendere o per attirare pubblicità, la penalizzazione può portare al fallimento del sito e dell’intera attività. Un sito web, spesso, può essere penalizzato anche per motivi banali, magari per errori di codice Html presenti nella piattaforma del sito stesso e che i crowler di Google non sono in grado di scansionare.

Queste penalizzazioni non dipendono quasi mai dal proprietario del sito, così come capita anche nel ban da Adsense: alcuni siti sono rimasti vittime di click fraudolenti da parte di terzi che hanno causato la loro l’eliminazione dal programma pubblicitario di Google.

Per sopravvivere alle penalizzazioni di Google occorre fare un grosso lavoro di promozione, di comunicazione e di pubblicità. Il tutto si può realizzare in tempi brevi con un consistente investimento economico, oppure avviando dei contatti attraverso forum e social network, che raccolgono milioni di iscritti. Per riportare in auge un sito penalizzato da Google è anche importante reimpostare e controllare tutti i criteri Seo implementati nel sito stesso,  eliminare gli eventuali errori di codice ed i link a siti che fanno spam o già penalizzati da Google.

La maniera più efficace per riportare visite al proprio portale è anche ottenere dei link in grandi siti molto visitati, anche se la compravendita di link viene quasi sempre considerata negativa da Google. E’ possibile però comprare pubblicità in altri siti inserendo dei banner.

E’ chiaro che se si scompare dalla “piazza”, lo sforzo per riapparire in cima dovrà essere non solo fisico o mentale, ma anche economico.

Lascia un commento