Pagare per lavorare

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L’Italia, per colpa di crisi, vere o presunte, si è trasformata in un Paese  senza speranza e senza reali opportunità di lavoro. La mancanza di opportunità colpisce tutti: giovani, donne e over 40.

Quando le porte del lavoro restano chiuse per troppo tempo, specie per molti anni, la disperazione diventa una realtà quotidiana, a volte difficile da vincere e superare, ed è così che molti arrivano persino a pensare che pagherebbero pur di avere un lavoro.

I compromessi per trovare lavoro sono sempre esistiti, ma oggi si assiste a un’inversione di tendenza: non è più il datore di lavoro che propone il compromesso, bensì lo stesso lavoratore che, nel disperato bisogno di lavorare, diventa disponibile anche a pagare denaro per poter essere assunto.

Ma pagare dei soldi per poter lavorare è legale o no? In Italia esiste una legge precisa in merito,   la n° 173/2005 che vieta il pagamento di denaro per poter accedere a un posto di lavoro.

Il pagamento,  secondo questa norma, diventa lecito quando è finalizzato a seguire dei corsi di formazione in seno all’azienda che assume, cioè quando è finalizzato a far emergere specifici requisiti richiesti al lavoratore.  Inoltre, il pagamento non deve rientrare  nei ricavi dell’azienda stessa, mentre, se  viene richiesto solo a fini di reclutamento di personale e confluisce nei ricavi aziendali, diventa un reato.

 

Fonte immagine: disabili-lavoro-casa.it

 

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