La pensione minima è il trattamento pensionistico calcolato sulla base di un importo al di sotto del quale non è possibile scendere e relativo quei pensionati la cui contribuzione versata determina un importo inferiore.
Questo minimo,con la Finanziaria 2002, per i 70 enni ed i 60 enni invalidi totali, venne adeguato al milione di lire, ovvero 516 euro. Negli anni, con gli adeguamenti al costo della vita, la pensione maggiorata al milione è stata adeguata, sempre al rialzo, per arrivare a circa 580 euro di oggi.
I pensionati al minimo, che hanno i requisiti di reddito, possono richiedere anche su propria istanza, la maggiorazione sociale che è un trattamento assistenziale previsto dall’Inps per i pensionati ultrasessantenni, ultrasessantacinquenni ed ultrasettantacinquenni.
La novità sul fronte della maggiorazione sociale di alcune pensioni, come quelle di reversibilità, ad esempio, riguarda l’adeguamento automatico della pensione minima( 460 euro nel 2010) a 580 euro per i pensionati che hanno compiuto il 65 anno di età nel 2011.
Si tratta del meccanismo della perequazione automatica, entrato in vigore nel 2009. Quest’anno, gli aventi diritto che presentano i requisiti di reddito e contributivi previsti, avranno una maggiorazione sociale di 603,87 euro.
Beneficiari di questa disposizione sono i settantenni che percepiscono la pensione minima adeguata al milione ed i sessantenni invalidi totali. Il reddito del pensionato non deve superare i 7850,31 euro annui, se solo, ed i 13.275,21, se coniugato. Dal reddito viene esclusa la casa di abitazione.
Per i beneficiari di pensioni contributive il requisito anagrafico viene ridotto di un anno per ogni 5 anni di contribuzione. Per maggiori informazioni è utile rivolgersi ad un Caf o patronato, presente nella propria città di residenza.
Fonte immagine: dueggimoney.it