Liberalizzazioni tariffe professionali: contrattare un compenso equo

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Il recente decreto sulle Liberalizzazioni pone degli interrogativi che riguardano prevalentemente il lavoro dei liberi professionisti. Questa nutrita categoria di lavoratori autonomi si ritrova adesso a contrattare delle tariffe non più sottoposte a dei minimi di legge.

E’ chiaro che in questo quadro si rischia di andare incontro alla concorrenza dei neoprofessionisti che, per catturare clienti, applicano tariffe troppo basse. Ma puntare al ribasso significa anche squalificare la qualità del lavoro e gettare le basi per il fallimento dell’attività.

Il compenso della prestazione va contrattato con il cliente in maniera equa e dignitosa per entrambe le parti. Il professionista bravo e preparato dovrà solo far conoscere la sua bravura al cliente e metterlo di fronte ai rischi che corre scegliendo prestazioni a basso prezzo.

Prendiamo ad esempio il caso di un ingegnere o un progettista impegnato nella messa a punto di un progetto antisismico: certe norme di sicurezza non si potrebbero rispettare applicando tariffe troppo basse e si andrebbe anche incontro a una palese violazione di legge.

Per contrattare un compenso equo in tempi di liberalizzazione, i professionisti devono svolgere, dunque, un lavoro preventivo di comunicazione nei confronti dei clienti in modo da metterli al corrente dei rischi che si corrono scegliendo prestazioni professionali a tariffe troppo basse o fuori mercato.

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