Lavoro autonomo: nei piccoli comuni crescono le attività commerciali

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negozio1Il dato si desume sempre da osservazioni empiriche, realizzate passeggiando tra vicoli e stradine di piccoli comuni: ogni anno, nei piccoli centri, fioriscono attività commerciali e punti vendita, segno che la voglia di lavorare non manca, come non manca il desiderio di un futuro migliore e più redditizio sotto tutti i punti di vista.

Ma l’altra faccia della medaglia è il continuo tourn over tra attività che aprono ed altre che chiudono. I piccoli negozi sopravvivono in media due anni, poi se i tempi di rientro dall’investimento si allungano, si preferisce mollare e chiudere.

I più fortunati resistono, se supportati dall’aiuto finanziario della propria famiglia e se reggono per 5, 6 anni, forse, potrebbero farcela ad avere un’attività autonoma che rende.

E’ questo in sintesi l’identikit delle piccole attività commerciali di paese, dove si trova di tutto, dal negozio di abbigliamento, oggettistica ed articoli da regalo, calzature, pelletteria ed accessori, ma anche uffici e studi di consulenza, gioiellerie, punti vendita “cambio oro”; lavanderie.

I titolari frequentemente sono donne o giovani freschi di diploma che non hanno voglia di restare a guardare, ma di provare a crearsi e creare un lavoro.

L’Italia, alla faccia della crisi, dunque, si muove, ma, delle volte, più che lo Stato, il vero ammortizzatore sociale dei nuovi punti vendita creati dai giovani restano le famiglie, che a parte gli aiuti all’imprenditoria, si fanno carico di coprire tasse e spese di gestione di tasca propria. Chi ha alle spalle famiglie così, ce la può fare.

Chi, invece, non è così fortunato, vive, spesso, la dolorosa scelta di una forte esposizione debitoria o della chiusura. Il lavoro autonomo, tricolore, meriterebbe certamente di meglio.

Fonte immagine: http://piesse.webhat.it/italian/la-sede.php

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