Lavorare in ufficio porta malanni

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Esperti inglesi e americani, dopo approfonditi studi, sona giunti ad una conclusione, il lavoro d’ufficio provoca parecchi effetti collaterali, quali mal di schiena, secchezza oculare, diabete e persino infarto. Tutti i lavori sono stancanti, ma stare ore ed ore seduti alla scrivania, arriva a nuocere alla salute.

Dopo lunghe ricerche questi esperti inglesi e americani, hanno stilato un elenco di disturbi che potrebbero insorgere dallo star troppe ore seduti alla scrivania. Numerosi sono i malanni elencati, in primis il banale mal di schiena, la secchezza oculare, le vene varicose fino ad arrivare a problemi cardiaci seri come il rischio d’infarto.

Secondo un recente studio chi lavora in ufficio per un intera giornata, aumenta il rischio d’infarto dell’88% e può favorire anche l’insorgere del diabete di tipo 2. La colpa non è solo dello star seduti, ma anche dell’alimentazione, dei frequenti snack ipercalorici e ricchi di zuccheri che si sgranocchiano continuando a lavorare. Star seduti per molte ore inevitabilmente limita anche l’attività fisica che si traduce in un accumulo di calorie e un aumento dei livelli di glucosio nel sangue.

Secondo la ricerca inglese condotta su un gruppo di 500 persone tra uomini e donne di età media intorno ai 40 anni, si è dimostrato che soprattutto le donne che fanno un lavoro sedentario sviluppano livelli di insulina nel sangue molto elevati. A questo si aggiungono i rischi al sistema cardiocircolatorio, come le vene varicose, conseguenza del rallentamento del flusso sanguigno dai piedi alle gambe. Un altro effetto da prendere in considerazione, per chi sta molte ore davanti ad un computer, sono i danni alla vista, soprattutto se in ufficio c’è l’aria condizionata o un eccessivo riscaldamento. Per evitare la secchezza oculare si dovrebbe ventilare il più possibile l’ambiente di lavoro, ogni tanto fare qualche pausa e sgranchirsi le gambe.

Tra i danni legati al lavoro d’ufficio c’è un notevole aumento di stress che sarebbe fonte di rischio infarto e anche la sindrome del tunnel carpale di cui ne soffrirebbero maggiormente le donne predisposte geneticamente più degli uomini.

A qualcuno non resta che cambiar lavoro, ma di questi tempi è meglio tenersi stretto ciò che si ha.

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