Inventarsi un lavoro in tempi di crisi

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soggiorno_nucleo_rsaEconomisti ed attenti osservatori concordano sulla necessità di rivitalizzare il mercato del lavoro con l’inventiva e la creatività.

Assodato che un lavoro non si inventa e non si crea da un momento all’altro, è però utile iniziare a fare delle logiche considerazioni sul pensiero degli autorevoli esperti indicati all’inizio del nostro post.

Se la crisi ha fatto crollare tutte le certezze e le sicurezze di un lavoro stabile, se i giovani incappano sempre di più in opportunità lavorative precarie ed a  termine, cambiare mentalità e provare a reinventarsi giorno per giorno, diventa non solo una necessità, ma anche una regola, se non si vuole rischiare di soccombere e di rimanere per sempre fuori dal mercato.

Per inventarsi un lavoro, bisogna anzitutto  chiedersi di quali servizi e prodotti ha bisogno la nostra società e quali di questi sono ancora carenti o poco diffusi.

La popolazione invecchia, le famiglie hanno sempre meno tempo per occuparsi dei loro cari anziani e malati: questo è un mercato da sperimentare. Lo hanno già fatto alcuni giovani, ancora pochi per la verità , che si sono inventati il”mestiere” della persona di compagnia per anziani allettati negli ospedali.

Sostituiscono i parenti nelle ore notturne o nelle ore ed i giorni in cui questi non sono disponibili per visitarli. Altri si sono inventati il lavoro di autisti per riportare a casa i giovani all’uscita delle discoteche delle grandi città: ragazzi che a causa dell’abuso di alcool o della stanchezza accumulata durante la nottata non sarebbero in grado di guidare l’auto.

Si tratta di lavori un po’ duri, perché da svolgere preferibilmente nelle ore notturne, ma che dimostrano come in Italia non esistano i “bamboccioni”, ma uomini e donne capaci di rimboccarsi le maniche e di reggere le drammatiche conseguenze delle crisi economiche e lavorative.

Fonte immagine: fondazionerhodense.it

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