Indicizzare i contenuti di qualità: aggiornamenti

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Da un po’, in Rete, circola il motto “content is the king”, ovvero “ il contenuto è il re”. Peccato che lo sia anche a prescindere dall’autore e dalla qualità, perché a guardare le recenti indicizzazioni dei nuovi siti web e dei nuovi contenuti, si assiste anche a una “vetrina” di articoli copiati da altre lingue con i traduttori automatici, a contenuti letteralmente copiati e incollati senza alcuna citazione dell’autore o della fonte originale.

Tutta questa “confusione” rischia di seppellire definitivamente i siti con contenuti di qualità, che finiscono relegati nelle ultime pagine delle Serp.

I motori di ricerca modificano continuamente gli algoritmi e ciò può provocare dei disagi nel riconoscimento dei contenuti originali e di qualità.

C’è poi da dire che gli algoritmi, anche se creati dall’uomo, non sono umani e funzionano meccanicamente anche al tempo di Google Panda, il famoso algoritmo giustiziere del web che avrebbe dovuto “premiare” i contenuti qualitativamente alti indicizzandoli nelle prime posizioni dei risultati di ricerca.

Per indicizzare i contenuti di qualità, e visto il quadro attuale, ci si dovrà affidare sempre di più al giudizio umano. Google ha implementato già da qualche mese la funzione di blocco dei contenuti ritenuti sgradevoli dai lettori.

In tal modo saranno gli stessi utenti a dover controllare la validità e l’originalità degli scritti online, eliminando quelli fasulli a vantaggio di quelli “veri”. L’idea non è male, ma ha bisogno della partecipazione attiva di tutti noi che leggiamo e scriviamo: per dare valore ai contenuti di qualità non bastano solo gli algoritmi, serve anche lo sguardo vigile e attento dell’intelligenza umana.

Fonte immagine: Techprone.com

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