Oggi vi parliamo di una pratica abbastanza utilizzata nel mondo del lavoro: si tratta del distacco.
A volte il datore di lavoro può decidere di “distaccare” il lavoratore in un’altra azienda per determinati motivi.
Il distacco può essere dovuto :
1 ) Alla necessità di evitare la cassa integrazione, per far fronte a cali produttivi.
2 ) Necessità che il dipendente acquisisca nuove competenze.
In questi giorni, mentre migliaia di persone cercano offerte di lavoro a raffica, si discute proprio di questo argomento tra imprese ed addetti al settore.
Potrebbe dunque rivelarsi uno strumento capace di limitare la Cassa Integrazione, che ricordiamolo in Italia è arrivata a cifre record.
Lo stesso Ministero del Lavoro con circolare n. 28/2005 formalizza il ricorso all’ istituto del distacco per evitare la CIG.
Il distacco consiste dunque nell’ essere mandati presso un’altra sede di lavoro ed è un istituto che si differenzia sia dal trasferimento che dalla trasferta.
Trasferta: è di breve periodo
Trasferimento: è definitivo
Le imprese dunque per fronteggiare la crisi hanno a disposizione uno strumento utile che però potrebbe in qualche modo danneggiare i lavoratori, se non consenzienti.
Questo strumento è però molto flessibile e può essere richiesto da:
1) Imprese
2) Enti pubblici
3) Professionisti
4) Previsto anche in una versione parziale, dove il dipendente svolge solo un certo numero di ore presso un’altra azienda.