Il coaching è donna

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I motivi per cui si sceglie di servirsi di un coach oggi sono davvero numerosi. Basti pensare che di professionisti sparsi per tutta l’Italia ce ne sono davvero tanti, per un giro d’affari di 15 milioni di euro. Manco troppo a sorpresa si scopre che si tratta di una professione quasi interamente al femminile.

Si ricorre al coach per diversi motivi, ma specialmente per imparare a gestire l’ansia, per aiutare nell’inserimento all’interno di un gruppo, per migliorare l’amalgama di un team, e per la creazione di solide relazioni professionali. In alcuni casi si può ricorrere al coach anche per cercare un nuovo percorso di lavoro, quando e se il primo ha stancato o non soddisfa più.

Coaching: il fenomeno

Si tratta in grossa sostanza di un nuovo fenomeno di cui si è sentito parlare in America fin dai primi anni novanta, che si è velocemente sviluppando, raggiungendo nel giro di pochi anni l’Europa e l’Italia, tanto che a questa nuova forma lavorativa è stata dedicata di recente la VIII Conferenza sul Coaching dal titolo “Il Talento come motore dello sviluppo”.

L’obbiettivo del coaching è soprattutto quello di regalare una nuova mentalità lavorativa che ben si adatti alle mutate condizioni del mercato. Nello specifico il tentativo  è quello di valorizzare il talento, qualunque esso sia, delle persone. Insomma la filosofia di molte aziende al passo coi tempi, che valorizzando le capacità e i talenti del proprio gruppo, e riescono a migliorarsi come aziende a livello mondiale. Quindi il coach in buona sostanza aiuta a riscoprire e lucidare i talenti delle persone.

Coaching in Italia

In Italia questa professione arriva con più calma e ad esordio è guardata con una certa diffidenza. Ad oggi i professionisti operanti sono 1000 all’incirca, e si concentrano per la maggiore in Lombardia e nel Lazio. Attenzione però, il coach non è uno psicologo, dato che la sua formazione è alquanto diversa. Il background del coach di norma è quello di manager, consulente, formatore e di norma si tratta di professionisti con almeno vent’anni d’esperienza passata alla quale si sommano numerose ore formative da svolgersi in aula che regalano una efficace preparazione per la nuova mansione da svolgere.

Per quanto la laurea non è requisito fondamentale, è praticamente impossibile che manchi e il più delle volte a questa si associa addirittura un dottorato.

Donne coach

La prevalenza femminile nel settore, in Italia come nel resto del mondo, è netta. A sorpresa si scopre che anche le clienti siano per la maggiore donne. Questo non si giustifica necessariamente con la difficoltà delle mondo femminile ad inserirsi nel contesto lavorativo. Ricorrono al coach donne fra i 26 e 35 anni, con un alto livello d’istruzione, non tanto per risolvere qualche problema particolare, quanto piuttosto per migliorare una situazione o meglio ancora migliorarsi! Il coach risponde al ragionamento tutto femminile del “Sto bene, ma voglio stare ancora meglio!”.

Una volta scelto il proprio coach con questo si concorderanno una decina di incontri da svolgersi in un arco temporale che oscilla fra i 6 e i 9 mesi. Negli intervalli di tempo il cliente metterà in pratica i consigli proposti dal coach che lo aiuteranno nel miglioramento e perseguimento dei propri obbiettivi.

Il costo medio per ciascuna sessione si aggira intorno ai 100 – 200 euro e in alcuni casi arriva addirittura a costare 300 euro. Eppure pare che un buon numero di italiani reputi che la spesa valga la candela dato che in molti hanno riscontrato, dopo l’aiuto ricevuto da parte del personal coach un incremento del reddito, una maggiore consapevolezza e una maggiore profittabilità del business.

Insomma una professione tutta da sondare, affascinante e remunerativa da affiancarsi magari a quella di consulente o formatore.

Fonte: www.repubblica.it

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