Poco prima delle festività natalizie, alcuni piccoli siti web sono stati colpiti dall’improvvisa chiusura dell’account pubblicitario di Adsense, ovvero del programma che attualmente genera i maggiori introiti dei siti pubblicati nella blogosfera.
La chiusura degli account è un fenomeno già in atto da tempo, che, però, quasi silenziosamente e in sordina, sta portando alla scomparsa e alla chiusura di piccoli portali gestiti da privati o da piccolissime imprese. La chiusura dell’account di Adsense avviene quando nel sito vengono generati click fraudolenti in contrasto con le regole del programma.
Questa misura permette a Google di tutelare i propri inserzionisti da click pubblicitari fasulli che poi non portano a nessun acquisto o vantaggio commerciale. I titolari dei siti colpiti dalla chiusura dell’account, nella maggior parte dei casi, si difendono dicendo di non aver mai effettuato click fraudolenti sui link di Adsense.
In effetti, il problema del controllo dei click è uno dei limiti maggiori del programma di Google, che non è ancora in grado di stabilire la buona o la cattiva fede del gestore di un sito affiliato ad Adsense. I siti affiliati al programma pubblicitario di Google sono talmente tanti che è impossibile stabilire chi sia stato vittima o meno di click fraudolenti da parte di terzi o di siti concorrenti.
Nel caso dei piccoli siti, però, trovare alternative valide ad Adsense non è semplice. In Rete si trovano tanti network pubblicitari, ma nessuno con il livello dei guadagni del programma di Google.
L’unico programma in grado di tenere testa ad Adsense potrebbe essere quello di Yahoo, ma la versione italiana non è mai partita veramente, mentre resta attiva solo quella in inglese. Insomma, per il 2013 il futuro dei piccoli siti in italiano non si presenta roseo e le prospettive di successo del web nazionale, oggi più che mai, si fanno sempre più risicate.
Fonte immagine: Edizionionline.com