Nel variegato mondo del programma Adsense esistono diverse terminologie che possono condizionare le modalità di guadagno dei siti affiliati. Queste terminologie sono espresse in inglese, ma è essenziale conoscerle per usare al meglio uno dei metodi di guadagno più gettonati del web. Tra queste terminologie tecniche spicca “lo smart pricing”. Ma cosa significa esattamente questo termine?
Lo smart pricing è una sorta di penalizzazione ricevuta dai siti web che generano dei click poco utili per gli inserzionisti di Adwords, il programma pubblicitario legato ad Adsense. Ragionando all’inverso, cioè dalla parte dei clienti di Google, lo smart pricing è una sorta di sconto sul prezzo che gli inserzionisti pagano per ogni annuncio pubblicitario, sconto che scatta quando i click sui loro annunci non hanno effettivamente portato alcun beneficio alla loro attività o alcun aumento di reddito.
In genere, i visitatori di un sito si limitano a cliccare gli annunci Adsense quando sono veramente interessati a un determinato prodotto o argomento. Può capitare che, a volte, il visitatore clicchi sugli annunci perché non ha trovato alcun contenuto interessante all’interno del sito.
Questa seconda tipologia di click, ritenuta negativa per Google e per gli inserzionisti, comporta una penalizzazione per il publisher del sito, che riceverà un compenso per click molto più basso del normale. Questo abbassamento del costo per click, penalizzante per il sito, compenserà invece l’inserzionista dell’eventuale mancato ricavo generato da questi click “inutili”.
Per i publisher non è facile stabilire l’esatto confine tra i click inutili e quelli validi. Per combattere lo smart pricing esiste però una validissima soluzione: creare contenuti validi, interessanti e di qualità che consentano ai visitatori di sostare più a lungo sulle pagine del sito, in modo da indurli a cliccare sugli annunci Adsense quando sono realmente interessati a questi ultimi.
La qualità dei contenuti di un sito permette anche una migliore contestualizzazione degli annunci, che diventeranno più appetibili per i visitatori e meno soggetti al rischio di smart pricing.
Fonte immagine: Masternewmedia.org