Futuro e lavoro

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Il lavoro cambia e i lavoratori cambiano con lui. Qualche avvisaglia del cambiamento la percepiamo anche in Italia, ma sembra che oltre confine si faccia sul serio. A raccontarlo ci ha pensato Richard Donkin, inglese e giornalista che nel suo libro “Il futuro del lavoro”, sottolinea come il mondo lavorativo di domani non sarà fatto in maggioranza da impiegati incatenati alla propria scrivania, vincolati a orari rigidi e dettami da non violare.

Tutto sarà più flessibile, gli orari lavorativi, i momenti del lavoro, addirittura l’età della pensione. Chi dobbiamo ringraziare? Le nuove tecnologie naturalmente.

L’identikit del professionista di domani è davvero appetitoso: lavora sodo e ovunque, non conosce limiti temporali e potrà piacevolmente mescolare la propria vita lavorativa con quella personale. Un incubo per qualcuno, la possibilità di scoprire nuovi equilibri per tutti gli altri.

Al lavoratore dipendente dunque si sostituirà quello intraprendente. Un bel gioco di parole che però ben illustra quel che sarà il professionista di domani, che dovrà ridefinire i propri tempi ed i propri spazi per vivere una vita più appetibile ed equilibrata.

Il web specialmente, le nuove tecnologie informatiche, le nuove possibilità comunicative svolgeranno un ruolo importante, insieme all’invecchiamento della popolazione occidentale, all’entrata in gioco della forza lavoro femminile e soprattutto delle reti sociali. Secondo la visione di Richard Donkin, che è quasi impossibile non condividere, buona parte del lavoro sarà in rete, praticabile in ogni luogo ed in ogni orario.

Certo, al professionista sarà richiesta maggiore professionalità, e soprattutto grandi competenze. Proprio per questo è probabile che domani le poltrone dalle quali si prendono le decisioni, saranno occupate dai giovani o da quelli che con la tecnologia, sono scesi a patti.

Il pericolo? Di diventare tutti workaholic, dipendenti dal lavoro.

Per approfondire l’argomento “Il futuro del lavoro”, ed. Gruppo 24 ore.

 

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