Fondo di solidarietà per cinquantenni senza lavoro

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L’Italia si è sempre distinta per aver stanziato diversi fondi a sostegno di molte giuste cause. Tra questi troviamo quelli per le vittime dell’usura e del racket, della mafia, del terrorismo. Non sempre questi fondi hanno saputo rispettare gli obiettivi prefissati e ciò per i soliti intoppi burocratici, i ritardi e l’esaurimento delle risorse disponibili.

Un fondo urgente e indispensabile sarebbe quello di solidarietà per i lavoratori cinquantenni espulsi dal mercato del lavoro a causa della crisi. Lo chiedono a gran voce sul web gli stessi ex lavoratori che invocano anche un legge ad hoc per istituire tale fondo. Le risorse, suggeriscono sempre gli interessati, potrebbero essere recuperate dalla lotta all’evasione fiscale o stanziandole stornando altre voci di bilancio.

Comunque, la lotta all’evasione sembra stia portando a risultati ottimali nell’ambito del recupero di miliardi di euro evasi e stanziarne una grossa parte per sostenere chi ha perso il lavoro e non riesce a ritrovarlo, più che un’iniziativa di pura solidarietà sarebbe un obbligo e un dovere morale per chi ci governa.

Nonostante il problema dei cinquantenni licenziati e senza lavoro sia di proporzioni drammatiche, sul web si stenta a trovare fonti statistiche con dati e numeri certi sul fenomeno. Quanti sono in realtà i cinquantenni che hanno perso il lavoro dall’inizio della crisi ad oggi?

In assenza di numeri certi, possiamo affermare, però, con certezza che sono tanti e tutti accomunati dal dramma di non riuscire a reinserirsi nel mercato perché considerati ( ingiustamente) troppo “vecchi” per lavorare e troppo giovani per la pensione.

E nel frattempo, come farà a vivere degnamente una larga fascia della popolazione italiana? In questo quadro un fondo di solidarietà è indispensabile, almeno per ridare dignità ai propri cittadini ed equità vera alla politica nazionale che fino ad ora è stata “equa” solo a parole.

Fonte immagine: Blogautore.repubblica.it

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