Finanza pubblica e privata

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tremontiIl ministro dell’Economia Tremonti durante l’audizione delle Commissioni Bilancio di Camera e Senato sullo schema di Decisione di finanza pubblica per gli anni 2011-2013, ha affermato che, in base all’esperienza di quanto accaduto, la crisi non è stata determinata dalla finanza pubblica, ma da quella privata.

I cittadini poco avvezzi a confrontarsi con queste oscure terminologie economiche, non sanno però capire la differenza tra finanza pubblica e quella privata.

Lo spieghiamo noi in questo post. Per finanza pubblica si intendono tutte quelle operazioni di gestione dei flussi monetari curate dagli enti pubblici.

In tale quadro rientrano la ricerca di risorse finanziarie, ma anche l’ impiego delle risorse stesse da parte dell’amministrazione pubblica.

Quando un organismo pubblico, ad esempio lo Stato, cerca delle risorse finanziarie, può ricorrere a dei prestiti, cioè diventa debitore di chi gli presta il denaro.

L’ammontare di questi debiti costituisce il cosiddetto “debito pubblico”. Questi debiti possono essere accesi emettendo dei titoli che vengono sottoscritti dai cittadini, cioè i cittadini comprano i titoli, ovvero prestano denaro allo stato che, alla scadenza del prestito, dovrà restituire la somma prestata più gli interessi.

I titoli provanti l’accensione del debito si chiamano titoli di Stato.  La finanza privata , invece, comprende tutte le operazioni di gestione dei flussi monetari curati da organismi privati, cittadini o aziende.

Rientrano in questa definizione le operazioni di ricerca ed impiego da parte di singoli individui o delle imprese. Nel primo caso si parlerà di finanza personale, nel secondo, di finanza aziendale.

Quando si dice che la crisi è stata determinata dalla finanza privata significa che si è creato uno squilibrio nella gestione dei flussi monetari da parte della finanza gestita dai privati.

In effetti, se ricordate, tutto iniziò con la crisi dei mutui americani: le banche concedevano prestiti a clienti che non erano in grado di onorarli o facevano sottoscrivere titoli di aziende non solvibili, dove il sottoscrittore, invece di recuperare la somma investita, più gli interessi, perdeva tutto il capitale.

Le uscite hanno superato i rientri ed è esplosa la crisi finanziaria di cui ancora oggi tanto si parla.

Fonte immagine: mondopoliticablog.com

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