L’e-commerce è la modalità più immediata di acquisto e vendita sul web. Molti portali del settore, nel corso degli anni, sono cresciuti a ritmo sostenuto non riuscendo però a evitare i contraccolpi della crisi economica e la saturazione del mercato provocata dalla concorrenza.
Una soluzione per far ripartire un e-commerce stagnante potrebbe essere quella di vendere nei mercati esteri. Se l’apertura ai mercati esteri riguarda , in questa particolare fase economica, le imprese tradizionali, poiché è vista, forse, come l’unica alternativa di sopravvivenza, a maggior ragione può riguardare le imprese online che vendono in maniera più semplice e grazie all’immediatezza del web.
I mercati esterni da esplorare, se si vuole creare un e-commerce che vende, sono quelli dei Paesi in via di espansione economica, come Cina, India e Brasile. Da non escludere nemmeno il mercato americano, da sempre più aperto nei confronti delle iniziative di portata globale.
Per vendere prodotti e servizi online a utenti esteri bisogna disporre di un e-commerce multilingue e conoscere bene almeno l’inglese che ormai si parla in tutto il mondo. Le tecniche e le strategie di marketing per far conoscere il proprio e-commerce non differiscono poi tanto da quelle suggerite per la vendita in Italia.
Bisogna usare tutti gli strumenti di promozione web disponibili, dai Social Network in lingua straniera, ai forum di settore dei Paesi in cui si vuole vendere, in modo da proporre i propri prodotti e far conoscere il sito di e-commerce che li vende.
Nelle operazioni di spedizione si dovrà tenere conto dei costi, in modo da applicare il giusto ricarico sul prezzo finale. Ma questi aspetti possono essere facilmente valutati con un buon commercialista.
Fonte immagine: eliosinteractive.it