Il noto forum di Alverde, la settimana scorsa, ha lanciato la discussione sull’utilità del blogging in lingua inglese.
Realizzare siti scritti interamente in lingua inglese sta rapidamente diventando una strategia di business per i publisher che pensano di incrementare i guadagni e le visite.
Ma anche scrivere in inglese per blog stranieri è un progetto professionale accarezzato da migliaia di blogger.
Le idee sono entrambe molto interessanti, se non fosse per alcuni limiti, anzitutto quello della lingua.
Si potrebbe tentare di scrivere i contenuti in italiano e poi tradurli con il famoso traduttore di Google, ma nonostante gli sforzi del team di traduzione del celebre motore di ricerca, che hanno davvero migliorato la qualità delle traduzioni automatiche, resta il fatto che si tratta sempre di una traduzione meccanica che non supererebbe il confronto con la scrittura di un madrelingua.
L’altro limite è quello della concorrenza, perché se è vero che la platea di utenti in lingua inglese è maggiore rispetto ad altre lingue, è anche vero che i portali che scrivono “English” sono davvero infiniti e scalare i primi posti dei motori non sarebbe facile.
I vantaggi sono, invece, il fatto che i programmi pubblicitari sono pagati di più e che di conseguenza anche i blogger che scrivono presso terzi otterrebbero un “ revenue sharing” più elevato dai loro post scritti in inglese.
Ma proporsi ad editori stranieri significa possedere una conoscenza perfetta della lingua, cioè essere capaci di scrivere come un madrelingua.
Per riuscire a bloggare in inglese bisogna armarsi di pazienza e buona volontà e studiare l’inglese, anzitutto partendo dalla grammatica che è la base fondamentale per imparare a scrivere in qualsiasi lingua.
Altro consiglio: vivere la lingua ogni giorno, magari effettuando un viaggio studio nei paesi anglosassoni. Per scrivere fluentemente non basta solo studiare la lingua poche ore al giorno, ma bisogna viverla, 24 ore su 24 .
Fonte immagine: blogger.com
